PIANO GREEN. Il movimento resterà apartitico, ma apre alla partecipazione alle liste per le europee: «Il resto dell’opposizione faccia lo stesso». Incontro tra Ultima Generazione e Pichetto Fratin: «Il governo fa passi troppo piccoli. Le azioni continueranno»
Fridays For Future in marcia per il clima e contro la guerra, Torino 25 marzo 2022 - Ansa
«Mixed feelings», pronunciato in inglese. Sono «sentimenti contrastanti» quelli con cui molti attivisti dei Fridays for future reagiscono all’appello lanciato ieri sul manifesto dai leader dell’Alleanza Verdi e Sinistra (Avs). «Ai movimenti, alle associazioni, alle migliori esperienze civiche ed anche alle singole personalità interessate proponiamo la costruzione di un nuovo patto, un’Alleanza eco-sociale per clima, democrazia e uguaglianza», avevano scritto Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Significa aprire alla società civile il percorso e le candidature alle europee di giugno 2024. La proposta: incontriamoci a ottobre.
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«È GIUSTO che dopo oltre quattro anni di scioperi climatici i partiti guardino al nostro movimento», dice Giacomo Zattini. Sta terminando la laurea magistrale in Scienze internazionali e diplomatiche dell’università di Bologna e ha 27 anni. Teoricamente è eleggibile per l’europarlamento, dove l’età minima è 25. Molti Fridays non ce l’hanno. Zattini è uno degli otto portavoce nazionali del movimento – quattro uomini e quattro donne, divisi tra nord, centro, sud e isole – votati ogni otto mesi.
«La politica si fa in tanti modi. C’è chi vuole continuare a spingere dal basso e chi entrare in dinamiche istituzionali, per cambiarle da dentro e per cambiare i partiti. Questi vanno spostati su una maggiore attenzione alla crisi climatica», continua. Per partiti non intende solo quelli che compongono Avs, cioè Verdi e Sinistra italiana, ma anche gli altri che non negano l’emergenza ambientale. Cioè l’attuale opposizione dentro e fuori il parlamento: Pd, M5S e Unione popolare (Up). «Non vogliamo affiliarci o prendere posizione verso una singola forza politica. Sono le forze politiche che devono aprirsi ai nostri temi e tradurre questa apertura in un coinvolgimento nelle liste», spiega.
Anche Giorgio De Girolamo – 21 anni, studente di Giurisprudenza, attivo con i Fridays di Lucca e Pisa – è convinto che occorra «sporcarsi le mani». Ma è più scettico su Avs. «Il rischio è quella “sinistra per procura” di cui ha scritto il manifesto. Sono consapevole che si può governare solo in una coalizione di centro-sinistra, ma il contesto italiano è diverso da quello spagnolo: senza forza sufficiente si attrae una parte di elettorato che ha le idee giuste, ma con l’unico risultato di riprodurre un certo ceto politico». Le sue simpatie sono più orientate verso Up, anche se è consapevole che «con l’attuale 1% non può pesare».
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QUELLO DEI FRIDAYS, sottolineano tutti gli intervistati, resterà in ogni caso un movimento apartitico. Rispetto ad altri percorsi politici di base della recente storia italiana, però, qui emerge un approccio più laico al tema della rappresentanza e delle elezioni. Probabilmente non è condiviso da tutti, ma non sembra neanche rappresentare uno scoglio insormontabile o un motivo di contesa. Del resto alle amministrative i Fridays hanno già eletto tre consigliere: Sara Diena a Torino (Sinistra ecologista), Francesca Ghio a Genova (Europa verde) e Valentina Gastaldi a Brescia (Brescia Attiva).
«I partiti di sinistra devono chiedersi cosa stanno sbagliando e perché l’astensionismo è così alto. Sono stati per troppo tempo poco aperti all’innovazione, evitando di dare spazio ai giovani», dice Agnese Casadei, 23 anni e attivista dei Fridays di Forlì. «Tanti ragazzi diffidano delle attuali forze politiche. Né la destra, né la sinistra sono state in grado di fronteggiare una crisi climatica conosciuta da tempo. Ma per noi essere apartitici non significa essere equidistanti. Bisogna contrastare le destre e un negazionismo ambientale ancora molto forte», aggiunge.
«È POSITIVO CHE AVS si apra ai movimenti sociali. È un processo interessante che ci auguriamo sia messo in campo anche da altri partiti. Non solo sul piano della rappresentanza, ma anche su quello dei contributi ai programmi», dice Luca Sardo, che partecipa ai Fridays di Torino e ha 24 anni. «Sappiamo che sarà difficile coniugare le nostre posizioni radicali con i meccanismi istituzionali che spingono al compromesso. Ma intanto vogliamo capire quale proposta sarà fatta nell’incontro di ottobre a cui ci interessa partecipare», precisa.
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Ultima Generazione, invece, non commenta per ora l’apertura rosso-verde. Delle elezioni europee discuterà a settembre. Fino a ieri gli ecoattivisti erano concentrati sull’incontro con il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. «L’Italia sta già facendo, sta diminuendo l’utilizzo di carbone e petrolio e aumentando la produzione di energie rinnovabili», ha detto il forzista al termine del confronto. Dove ha ribadito l’invito a «smettere di imbrattare i monumenti».
«LE AZIONI CONTINUERANNO fino a quando ci saranno scelte politiche nette», ha risposto Ultima Generazione secondo la quale «il governo fa passi troppo piccoli». Gli ecoattivisti hanno anticipato la proposta di legge che in autunno porteranno in parlamento con il sostegno delle opposizioni: tagliare otto sussidi ambientalmente dannosi che valgono cinque miliardi di euro da destinare a transizione e messa in sicurezza dei territori; riattivare la Commissione per la riduzione dei sussidi al fossile. «Su questo il ministro non ha dato una risposta chiara», dicono.