100 milioni di anni bruciati in 200 anni
Un contributo alla riflessione sul tema dei cambiamenti climatici e dei combustibili fossili a cura di Gianfranco Pellegrini, CTO e cofounder di TEON.
In filosofia si parla di passaggio da potenza ad atto. Potenziale è tutto ciò che è inattivo ma attivabile. I combustibili fossili sono energia potenziale – cioè inattiva – ma attivabile.
Sono stati necessari 100 milioni di anni per conservare l’energia potenziale costituita da tutti i combustibili fossili accumulati nel sottosuolo. Son bastati 200 anni per attivare quasi tutta questa energia potenziale.
Per fare un esempio è come se una schiera di formiche (formicaio) accumulasse senza mai interrompere cibo per tre anni e si mangiasse tutto quel cibo in soli tre minuti. L’esempio è valido a fini del confronto ma non per altro, perché nel caso delle formiche al più muoiono per il troppo mangiare.
Bruciare tutto quel combustibile fossile in così poco tempo surriscalda la terra e riempie di fumo l’atmosfera consentendo al calore solare di restare intrappolato al suo (dell’atmosfera) interno. Se ad attivare tutta questa energia potenziale fossero stati i marziani avremmo potuto dire che trattavasi di azione “marziopica”, ma siccome trattasi di opera umana l’azione è antropica.
Poi il negazionista climatico potrà obiettarmi che i cambiamenti ci son sempre stati, ma in fisica è lecito sovrapporre gli effetti e la stragrande maggioranza degli scienziati che sa fare questi conti ha riscontrato che sovrapponendo al cambiamento climatico naturale quello antropico emerge che l’effetto di quest’ultimo sovrasta abbondantemente il primo.
Fortunatamente l’uomo come sa combinare i guai, allo stesso modo sa riparare i danni. Dunque consentiamogli di rimettere a posto le cose nel più breve tempo possibile senza essere disturbati da chi rema contro, come i negazionisti climatici.
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