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MOBILITAZIONE SOCIALE. Sabato 24 giugno e 30 settembre a Roma contro il governo. Il segretario chiude l’assemblea: la crisi democratica si batte con la partecipazione. Landini: non basta difendere la Costituzione, ai precari serve offrire un progetto di cambiamento

Cgil, associazioni e giovani: due piazze per sanità e lavoro Maurizio Landini conclude l'assemblea "Insieme per la Costituzione" ai Frentani a Roma - Foto Ansa

Sabato 24 giugno per difendere la sanità pubblica. Sabato 30 settembre contro l’autonomia differenziata. Due manifestazioni nazionali per proporre un vero cambiamento: applicare la Costituzione e lottare contro la precarietà dilagante.

IN STAFFETTA CON LA PIAZZA per il reddito, ieri mattina ai Frentani a Roma si sono ritrovate una quarantina di associazioni laiche e cattoliche ospitate dalla Cgil. Una Cgil che rompe gli indugi e si mobilita, con coraggio e senza aspettare il via libera di chicchessia.

L’assemblea era stata chiamata «Insieme per la costituzione». E aveva richiamato decine di associazioni e movimenti, dall’Arci a Medicina Democratica, da Antigone a Rete Disarmo a tante associazioni di studenti universitari e medi. Uniti dall’idea di pace e dalla sfida portata dal governo Meloni «destinate a scardinare le fondamenta stesse dell’impianto della Repubblica, come l’autonomia differenziata, rilanciata con il Ddl Calderoli, e il superamento del modello di Repubblica parlamentare attraverso l’elezione diretta del capo dell’esecutivo che ridurrebbe ulteriormente gli spazi di democrazia, partecipazione e mediazione, politica e sociale».

Tante realtà che sul territorio cercano di contrastare la dilagante apatia democratica, testimoniata dal continuo superare di record di astensione alle urne.

«I diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione – si legge nell’appello condiviso a fine assemblea – tornino ad essere pienamente riconosciuti e siano resi concretamente esigibili ad ogni latitudine del paese». Diritto al lavoro, diritto alla salute, diritto all’istruzione, ad un ambiente sano e sicuro, contrasto alla povertà, una politica di pace»: sono questi i cardini del modello sociale e di sviluppo che per le associazioni deve essere promosso.

«UN MODELLO SOCIALE FONDATO su uguaglianza, solidarietà e partecipazione – si spiega nell’appello – che è l’antitesi di quello che vuole realizzare l’attuale maggioranza con l’autonomia differenziata e il superamento del modello di Repubblica parlamentare attraverso l’elezione diretta del capo dell’esecutivo». Per questo, concludono le associazioni, «ci impegniamo in un percorso di confronto, iniziativa e mobilitazione».

A tirare le fila delle decine e decine di interventi è stato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. In una naturale continuazione della mobilitazione sindacale di maggio, la Cgil punta a fare da catalizzatore di un nuovo impegno sociale.

NEL CENTENARIO DELLA NASCITA di Don Milani, il segretario della Cgil ha cominciato con una citazione del prete esiliato a Barbiana. «Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia”. Ebbene noi qui stiamo facendo politica», esordisce Landini. «Don Milani ha cambiato la storia, noi insieme proviamo a cambiare la crisi democratica che stiamo vivendo. È un momento così difficile che ognuno di noi deve partecipare, senza delega. Per avere la massima partecipazione alle due manifestazioni dobbiamo avere l’umiltà di ascotare tutti, organizzando sul territorio il numero maggiore possibile di assemblee». Ma per Landini «l’idea pur giusta di difendere la Costituzione non basta. Chi è precario è sotto ricatto non ha coscienza del diritto al lavoro o alla salute. Per coinvolgere i giovani e i precari serve farli partecipi di un progetto di cambiamento. Un progetto che spieghi anche dove trovare le risorse per renderlo credibile, denunciando come con la Flat tax e il taglio alla sanità pubblica previsto nel Def il governo va in tutt’altra direzione. Le uniche nostre discriminanti sono l’antifascismo e la partecipazione diretta. Solo lottando contro la precarietà potremo cambiare la società». Chiudendo con l’invito: «Ora al lavoro e alla lotta»