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Dalle pagine di Repubblica, il segretario generale della Cgil mette in fila le scelte sbagliate dell'esecutivo su lavoro, fisco, Pnrr, Def, salari, 25 aprile. E rilancia le manifestazioni unitarie di maggio

"Il governo sta facendo scelte sbagliate sulle politiche per il lavoro e il fisco". Lo ha detto a La Repubblica Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. "Prosegue senza un disegno, con interventi non strutturali. Ci fa arretrare sul Pnrr. Ha fatto un Def sbagliato che taglia la spesa pubblica. E procede solo a colpi di propaganda. I lavoratori sono stufi dei salari troppo bassi e di essere il bancomat per chi fa grandi profitti e non paga le tasse. Noi ci mobiliteremo. Lo faremo, assieme a Cisl e Uil, con tre manifestazioni interregionali il 6 maggio a Bologna, il 13 a Milano e il 20 a Napoli. E andremo avanti fino a quando non avremo risposte alle nostre richieste dal governo. Anche con lo sciopero se necessario".

Aumentare i salari

"Vogliamo aumentare i salari - ha aggiunto Landini -. Chiediamo un taglio di 5 punti del cuneo fiscale. E il fiscal drag, l'adeguamento delle detrazioni all'inflazione, per garantire aumenti reali di salari troppo bassi. Chiediamo di superare la precarietà anziché procedere a colpi di voucher e liberalizzazione dei contratti a termine senza causale. Chiediamo una riforma fiscale che sani disuguaglianze ormai non più accettabili con il lavoro tassato al 40%, la rendita immobiliare al 21%, quella finanziaria fino al 20%, il reddito degli autonomi al 15%. Vogliamo una vera riforma delle pensioni. Chiediamo di non tagliare, come fa il governo nel Def, la sanità e la scuola pubblica. Il governo sta smantellando il servizio sanitario nazionale. Ci sono liste d'attesa di anni. E per accedere alle prestazioni sanitarie troppo spesso bisogna pagare il privato. Medici e infermieri sono allo stremo. Serve un piano

straordinario di assunzioni".

La denatalità frutto di scelte sbagliate

Secondo Landini, "la denatalità di oggi è il frutto di politiche sbagliate degli ultimi 15-20 anni. Ci sono meno figli perché siamo il Paese con il tasso di occupazione femminile più basso, la precarietà più alta, meno asili, meno scuole, meno servizi. Senza politiche abitative per sostenere le scelte dei giovani. Senza finanziare la legge sulla non autosufficienza, mentre la vita media si allunga. Raccontare che si può invertire un processo così profondo con qualche incentivo fiscale significa prendere in giro le persone". Sull'ipotesi di nuove detrazioni per i figli, risponde: "Mi chiedo quali famiglie il governo voglia aiutare. Le detrazioni non vanno agli incapienti e solo in minima parte ai redditi bassi. Il rischio è di sostenere solo quelli alti. Ma ricordo che l'87% dei lavoratori italiani guadagna meno di 35 mila euro all'anno".

25 aprile: la storia non si cambia

Alla domanda cosa significa il 25 aprile, la risposta del leader di Corso Italia è chiara: "Significa libertà e democrazia. Significa una Costituzione fondata sul lavoro che nasce dalla lotta di liberazione degli italiani scesi in campo per sconfiggere nazismo e fascismo". E reputa "un'offesa a tutti gli antifascisti" le parole presidente del Senato Larussa che dice che nella Costituzione non c'è la parola antifascismo. "La storia non si cambia, come non si cambia il divieto inserito in Costituzione di ricostituire il partito fascista. Siamo tornati liberi grazie a chi ha donato la vita per ridare a tutti democrazia e libertà. Non a caso abbiamo scelto i 75 anni della Costituzione antifascista e il suo articolo uno come tema del Primo maggio: l'Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro".

Un Primo maggio di lotta

Nel giorno della Festa dei lavoratori, il governo ha convocato un Consiglio dei ministri per varare il decreto Lavoro. "Il Primo maggio - sottolinea Landini - è e resta una giornata di lotta e mobilitazione dei lavoratori. Penso che il governo dovrebbe pensare ai lavoratori tutti i giorni, non solo il Primo maggio. Non è questo il momento di fare propaganda, ma di dare risposte. Leggiamo di questo decreto sui giornali, visto che i sindacati non sono stati mai convocati. Ma nelle numerose assemblee di aprile nelle industrie, nella sanità, nei supermercati, abbiamo trovato lavoratori, giovani e precari pronti a mobilitarsi per ottenere risultati"