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Intervistato sul quotidiano La Stampa, il segretario generale della Cgil chiede al governo un radicale cambio di passo su salari, sanità, contratti e fisco. “La mobilitazione è solo all'inizio”

 Foto: Marco Merlini 

Il governo sbaglia e non ascolta. La situazione economica è insostenibile, la sanità è al collasso. Con il Pnrr l'Italia perde la faccia. Bisogna rinnovare i contratti e fare le riforme. Sennò? Maurizio Landini risponde secco che la mobilitazione in tre tappe di maggio "è solo l'inizio".

"Non ci fermeremo", assicura il segretario della Cgil in un'intervista a La Stampa, spiegando di voler coinvolgere tutte le associazioni dei lavoratori europei in una grande azione di protesta. "Non funzionano più i piccoli modelli - ammette - Funzionano le pratiche e l'esperienza collettiva". I dati dell'Istat confermano che “la situazione non è sostenibile. Mentre scendono i prezzi dell'energia diventano sempre più cari i beni di prima necessità. Così si taglieggiano i salari perché diminuisce il potere di acquisto. Allo stesso tempo, salgono i profitti delle imprese e calano gli investimenti. Non è accettabile!".

“È sempre più urgente – incalza Landini - aumentare le retribuzioni, rinnovando i contratti e intervenendo sul fisco, con una riforma costruita sulla progressività diversamente dalla delega presentata dal governo. Non si può trascurare che la sanità pubblica è al collasso e il diritto alla salute non è più garantito. Chiediamo investimenti, assunzioni e nuove politiche sociali ed economiche". Per il leader della Cgil, "non c'è più tempo per aspettare. Il governo deve cambiare direzione, ascoltare i bisogni del lavoro e quindi fare accordi con noi”.

Allo stesso modo, prosegue il numero uno di Corso Italia, “è importante che le imprese contrattino e portino risultati. È la loro responsabilità, mentre c'è una guerra, dopo la pandemia, e con l'inflazione che corre. Noi non siamo il Parlamento. Ma non per questo siamo disposti ad accettare il peggioramento che è sotto gli occhi di tutti”. La manovra di dicembre ed i provvedimenti a essa collegati “aggravano i problemi reali. È sbagliato pensare che lasciando fare al mercato e alle imprese tutto vada posto da solo. Al governo chiediamo di non stare a guardare e di cambiare marcia, di parlare con noi e mettere i soldi per rinnovare nel pubblico".

Quindi Landini parla della mobilitazione di maggio: "Ogni settimana una grande manifestazione: Bologna (6 maggio) Milano (13) e Napoli (20). Vogliamo risultati, non è un processo fine a sé stesso. È chiaro che non ci fermeremo il 20 maggio, andremo avanti sinché non avremo ottenuto quello che chiediamo"