Domenica 24 aprile l'iniziativa per la pace, organizzata eccezionalmente in un solo mese. Il titolo è “Fermatevi! La guerra è una follia” e hanno aderito centinaia fra associazioni, istituzioni, realtà private e pubbliche, oltre 300 città, Fnsi, Ordine dei giornalisti e Cgil. "Non vogliamo esprimere equidistanza, ma ‘equivicinanza' alle vittime"
hi chiede pace “non sono i pacifisti ma le vittime della guerra, noi siamo il loro megafono”. Lo ha detto Flavio Lotti, coordinatore del comitato promotore Marcia PerugiAssisi alla presentazione nella sede della Fnsi a Roma dell'edizione straordinaria in programma il 24 aprile. Il titolo è “Fermatevi! La guerra è una follia”. All’iniziativa hanno già aderito centinaia fra associazioni legate al volontariato, istituzioni, realtà private e pubbliche, oltre 300 città, e tra le altre Fnsi, Ordine dei giornalisti, Usigrai, Articolo 21 e Cgil.
“La marcia – ha aggiunto Lotti – sarà la prima risposta concreta che daremo al Papa quando ci invita a chiedere a gran voce dai balconi e dalle strade pace. Lo faremo in una maniera seria, non con gli slogan o lo sventolare delle bandiere ma con lo sforzo e l’impegno di chi è angosciato per quegli ucraini, fra donne, uomini, bambini, malati, anziani che non sono potuti scappare da sotto le bombe”. La Fnsi sarà alla PerugiAssisi “perché è il luogo naturale dove incontriamo donne e uomini che hanno a cura la libertà e la dignità di tutti. Così come saremo tutti assieme il 25 aprile dalla parte della costituzione antifascista” ha spiegato Giuseppe Giulietti presidente della Federazione nazionale della stampa italiana.
Con la marcia PerugiAssisi si vuole esprimere non l’equidistanza, “ma ‘equivicinanza’ alle vittime, – ha poi ricordato Lotti – agli ucraini come di tante persone che sono sotto le bombe in tanti luoghi del nostro mondo, come Yemen, Libia, Afghanistan, Iraq”. Giulietti infine ha annunciato un’altra iniziativa della Fnsi, alla quale hanno già aderito fra gli altri, Odg, Articolo21 e Amnesty: “Il 3 maggio alle 12 nel giorno di libertà dell’informazione saremo a protestare davanti all’ambasciata russa, se ci faranno arrivare, perché sembra che questa goda, come quella egiziana e turca di statuto particolare. Comunque noi andremo con i cartelli dedicati ai giornalisti assassinati, negli ultimi anni, fino a questo conflitto, in Ucraina, in Russia, in Bielorussia e in Siria. A noi non piace dimenticare”.