Dopo la condanna unanime di Putin, occorre decidere "che fare". Per noi pacifisti essere "contro la guerra in Ucraina" significa adesso essere "contro l'escalation militare", con terribili rischi nucleari. Dobbiamo essere contro il coinvolgimento dell'Europa che prevede l'invio di armi.
- chi vuole inviare armi e volontari, avviando di fatto una guerra per procura che trasformerebbe di fatto l'Unione Europea in uno stato co-belligerante che sostiene militarmente l'Ucraina;
- chi è contro l'escalation militare e considera estremamente pericoloso il rischio di un confronto nucleare sempre più esplicito, con l'allertamento delle basi missilistiche e un ritorno ai giorni più bui della Guerra Fredda.
Il movimento pacifista, che si sta ristrutturando con sorprendente rapidità, deve far sentire la propria voce a sostegno di questa seconda scelta e opponendosi in modo netto alla prima.
La prima scelta, quella di inviare armi e volontari (se non addirittura mercenari), costituisce la grave premessa per un corollario non meno grave: il riarmo di tutta l'Europa e un'ingente aumento delle spese militari. Già la Germania ha stanziato, nel giro di poche ore, cento miliardi di euro per aumentare il proprio budget militare. La coalizione rosso-verde tedesca rischia di tradire gli ideali di pace di Willy Brandt, mentre mezzo milione di tedeschi hanno manifestato a Berlino per la pace. Il movimento per la pace deve prendere nettamente le distanze da questa sinistra con l'elmetto che tanti danni ha fatto in passato (basti pensare all'Afghanistan) e deve far sentire la propria voce terza e indipendente sia da Putin sia dalle sirene del riarmo e della "guerra giusta".
Noi non ci arruoliamo nella "guerra giusta", ma faremo sentire la nostra voce a favore del cessate il fuoco e la protezione dei civili. LEGGI TUTTO L'ARTICOLO