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Uniamo la nostra voce a quella dei lavoratori e delle loro rappresentanze sindacali, delle istituzioni e delle forze politiche per esprimere la profonda preoccupazione per il futuro della Cisa.
Il piano industriale presentato dai vertici della multinazionale Allegion comporterebbe la perdita non solo dei 238 posti di lavoro negli stabilimenti faentini, ma di altre significative opportunità per il nostro territorio. A nessuno possono sfuggire le conseguenze della preannunciata volontà di trasferire all’estero le lavorazioni meccaniche della maggiore industria manifatturiera. Una volontà peraltro giustificata dalla ricerca di più ampi margini di profitto e non da provate difficoltà produttive, di mercato e di bilancio. Essa metterebbe a repentaglio le sorti di centinaia di famiglie, pregiudicherebbe le prospettive di ripresa in un contesto già drammaticamente segnato dagli effetti di una crisi che si protrae ormai da otto anni, vanificherebbe decenni di impegno lavorativo e imprenditoriale che sono alla base di un marchio apprezzato nel mondo quale sinonimo di fiducia e di qualità. La Cisa è storia e vita di questo territorio.
Chiediamo che quel piano industriale venga accantonato. Già dall’incontro previsto per il 24 luglio a Roma, il confronto deve svolgersi su basi diverse: innovare la gamma dei prodotti e dei cicli di lavorazione con i necessari investimenti, creare le condizioni per un consolidamento dell’impresa tale da salvaguardare l’occupazione e qualificarne ulteriormente la professionalità.
Perché ciò avvenga è necessaria una chiara assunzione di responsabilità da parte di Allegion e del management aziendale, ma anche dei governi regionale e nazionale. Bisogna riportare l’uomo - con la sua dignità e i suoi diritti inalienabili - al centro delle scelte economiche. Bisogna che chi quelle scelte ha il potere di adottarle agisca nel pieno rispetto del dettato costituzionale là dove afferma che non possono “svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. 

Primi firmatari: 
ANPI – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Auser Faenza
Caritas diocesana
Centro diocesano per la Pastorale sociale
Circolo Arci “Prometeo”
Circolo Arci Santa Lucia

Comitato di Faenza per la valorizzazione e la difesa della Costituzione
Legambiente “Circolo Lamone” Faenza
Teatro Due Mondi