Il metano non ci dà più una mano. Le trivellazioni del giacimento Longanesi della Gas Plus fra Lugo e Bagnacavallo perpetuano il vecchio modello energetico
Comunicato stampa
Apprendiamo dagli organi d’informazione che in questi giorni sono iniziate le trivellazioni del giacimento Longanesi dell’ azienda Gas Plus fra Lugo e Bagnacavallo. Non ci risulta che da parte delle istituzioni, né da parte (figuriamoci !) dell’azienda beneficiaria sia stato fatto molto per informare la popolazione, e tantomeno ascoltarne il parere. Si tratta di un giacimento scoperto e autorizzato decenni fa, al tempo del fortunato slogan “Il metano ci dà una mano!”, quando ancora il gas naturale veniva, comprensibilmente, visto come il principale strumento della transizione energetica, per ridurre l’impatto del carbone e del petrolio, e per sbarrare la strada al nucleare, allora identificato con la catastrofe, ancora fresca, di Chernobyl.
Ma da allora molta acqua è passata sotto i ponti: non solo le competenze e le tecnologie per avviare una radicale trasformazione basata sulle rinnovabili si sono enormemente sviluppate, ma si sono evidenziate le micidiali conseguenze del metano sul disastro climatico. Infatti, se è vero che la combustione del gas naturale risulta moderatamente meno inquinante di quella dell’ olio combustibile e del carbone, si è progressivamente chiarito che le fughe di metano libero in atmosfera hanno un effetto climalterante potentissimo, decine di volte più della stessa anidride carbonica. E nessuna struttura metanifera al mondo (dalle piattaforme di estrazione, ai metanodotti, ai depositi di gas liquido, alle pompe dei distributori) è mai riuscita ad azzerare le fughe di gas in atmosfera.
Si dice che il giacimento Longanesi, di grandi dimensioni, è destinato a soddisfare la domanda dell’area di Lugo per un decennio. Il che vuol dire che nei prossimi dieci anni, proprio il periodo cruciale in cui bisognerebbe comprimere drasticamente le emissioni e dedicarsi alla riconversione per costruire l’alternativa , saranno caratterizzati dall’ espansione del modello estrattivista nei nostri territori, e dalle sue conseguenze in termini di inquinamento atmosferico, di subsidenza, di contributo all’aumento della temperatura globale. Senza contare che, nelle zone interessate, avremo probabilmente un aumento dell’inquinamento acustico, danneggiamento delle falde acquifere. A solo beneficio dei profitti dell’azienda: la Gas Plus, compagnia petrolifera emiliano-milanese, ha appena guadagnato in borsa un 10,09%.
Una scelta sbagliata, sulla quale bisognava avere il coraggio di bloccare l’opera e avviare, in alternativa, la promozione della produzione energetica diffusa da rinnovabili, tramite la realizzazione delle Comunità Energetiche (scelta molto adatta alle nostre zone) e del risparmio energetico di territorio.
Gli studi, incessanti e maggiormente aggiornati, degli scienziati di tutto il mondo, da decenni confermano che dobbiamo smettere di bruciare combustibili fossili. Ma le istituzioni, nazionali regionali e locali, che ogni giorno affermano di volersi impegnare nella transizione ecologica, non vogliono mettere in discussione il quadro energetico attuale e addirittura prevedono un aumento dell’utilizzo delle fonti fossili.
Il movimento per la giustizia climatica non si ferma. La mobilitazione intergenerazionale di chi non vuole rassegnarsi a un futuro invivibile, non può che continuare ed allargarsi e produrre iniziative. Chiediamo a tutte e tutti di schierarsi e di rivendicare al mondo politico, alle istituzioni e alla società intera di scegliere da che parte stare, anche avendo il coraggio di tornare sui propri passi rispetto a decisioni prese in passato.
Il metano non ci dà più una mano. Le fonti fossili devono rimanere sotto terra !
Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile”
Ravenna 27 novembre 2021