La forma, a volte, è sostanza.
Lo si è visto il 6 aprile ad Ankara nell’oltraggio subito da Ursula Von der Leyen,
Presidente della Commissione europea.
La poltrona negata a Lei, dà un’idea di come il presidente turco Erdogan
consideri l’Europa e soprattutto le Donne, ed è coerente con l’uscita della
Turchia dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle Donne.
Non si è trattato di un involontario incidente di protocollo, ma di un voluto
segnale inviato sia all’Europa sia al popolo turco da un governante che non
rispetta i diritti umani ,continua la persecuzione del popolo Curdo e procede ad
arresti arbitrari contro i partiti democratici.
Non si può poi tacere sul comportamento di Charles Michel, Presidente del
Consiglio europeo, che con il suo silenzio e la sua immobilità ha avallato
quanto di più inaccettabile ci potesse essere.
L’Europa democratica non può tollerare persone simili.
Avremmo voluto non assistere a quanto accaduto, ma ancor più avremmo
voluto che quell’incontro, fatto per rinnovare gli accordi con la Turchia per
trattenere i profughi oltre la frontiera in veri e propri lager in cambio di ingenti
somme, non fosse avvenuto.
L’Europa dei diritti sembra ancora lontana per molti.
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