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Comunicato Stampa
(Faenza, 18 aprile 2015)

Come Associazioni ambientaliste territoriali, che si sono occupate del Piano di Azione per l'Energia Sostenibile (PAES), siamo già intervenuti anche sulla grande questione del ciclo dei rifiuti e della necessità dell'azzeramento della loro combustione.
Con queste argomentazioni sosteniamo le richieste, a partire dalla contrarietà all'ampliamento della capacità di combustione di Enomondo, contenute in una petizione che il CIF, Comitato contro gli Inceneritori Faenza, sulla quale si stanno raccogliendo in questi giorni firme di cittadini.
A nostro avviso, il primo obiettivo, da raggiungere ancora prima della fine del mandato della Giunta e del Consiglio Comunale attuali, dovrebbe essere quello di fermare l'esame per l'autorizzazione del progetto di ampliamento presentato da Enomondo, in attesa di poter verificare, dalla documentazione ufficiale, che tale progetto non aumenti la potenza degli impianti di produzione termoelettrica e la quantità di biomasse utilizzate, che dovrebbero provenire esclusivamente da una “filiera corta”, escludendo l'utilizzo di nuove quantità di rifiuti.
La combustione dei rifiuti rappresenta (al 2010, secondo dati riportati dal Piano regolatore dell'Energia del Comune) il 12% delle emissione di CO2 a Faenza. Il contributo della combustione dei rifiuti all’inquinamento atmosferico in termini ad esempio di polveri sottili, per ora non quantificato, è quindi sicuramente una frazione importante dell’inquinamento dell’aria che respiriamo.
Purtroppo si è appreso, dalla risposta dell'Assessore competente ad una nuova interpellanza sull'argomento, che la Commissione provinciale sarebbe orientata a trasformare l'attuale procedura di screening in una di Valutazione di Impatto Ambientale, non rendendo pubblica la documentazione del progetto prima della fine del procedimento (documentazione che la Giunta ha dichiarato di conoscere).
Inoltre, noi pensiamo, che non sia sufficiente impedire l'ampliamento degli attuali impianti di Enomondo, ma occorra chiedere che venga completamente eleminata la combustione di rifiuti (CDR, CSS, Sovvalli) attualmente autorizzati, in tutti gli impianti sul territorio comunale.
Nel territorio provinciale è già stato raggiunto l'obiettivo di produzione di energia da biomasse, pertanto non deve più essere autorizzato

un aumento della potenza di questi impianti e il relativo utilizzo di biomasse, in particolare, anche in coerenza con il Piano Provinciale di Tutela e Risanamento della Qualità dell'Aria (PRQA) che, per Faenza, indica di predisporre piani di azione a breve termine per il miglioramento della qualità dell'aria.
A quest'ultimo proposito la legislazione nazionale impone giustamente controlli sulle emissioni di ogni caldaia, anche nuova e a metano, impone controlli sulle emissioni dei mezzi di trasporto, per importi a carico dei cittadini altissimi.
Se ai cittadini sono imposti controlli e limitazioni sulle emissioni, come possono le Amministrazioni non cercare di limitare/eliminare la combustione dei rifiuti?
Ci sembra doveroso chiedere che Comune, ARPA e AUS, per le rispettive competenze:
- quantifichino le sorgenti di emissioni dell'inquinamento atmosferico;
- quantifichino i danni per la salute dovuto all’inquinamento atmosferico, e specificatamente alla combustione dei rifiuti;
- rendano pubblici i dati sull’origine dei rifiuti bruciati;
- rendano pubbliche le sovvenzioni pubbliche alla produzione di energie per combustione di rifiuti e biomasse;
- rendano pubblici i bilanci energetici degli impianti di produzione di energia e come sono calcolati. Queste richieste sono in linea con l’applicazioni di obblighi e leggi che Enti e Amministrazioni Pubbliche hanno. Il diritto delle persone ad essere informate per quanto riguarda salute ed ambiente è un diritto riconosciuto dai trattati e dalle leggi. I dati ambientali e le politiche ambientali, per legge, devono essere pubblicate sulle pagine della trasparenza delle pubbliche amministrazioni.
Di tutto questo è necessario discutere pubblicamente, e giustamente mobilitare i cittadini anche con la raccolta di firme, evitando che il clima della campagna elettorale induca a firme e adesioni strumentali, anche da parte di chi non si è mai occupato di queste fondamentali questioni per la qualità della salute e della vita dei cittadini.

Massimo Sangiorgi “Circolo Legambiente Lamone” di Faenza; Davide Rava “Comitato Brisighella Bene Comune” di Brisighella; Alessia Bruni “Comitato ambiente e paesaggio” di Castel Bolognese; Damiano Cavina “Comitato acqua Bene Comune”; Vittorio Bardi “Si rinnovabili No nucleare”; Andrea Venturelli “Comitato Debito pubblico: decido anch'io”; “WWF Faenza”; Giovanna Brondino “Presidente Ass.ne Gruppo Acquisto Solidale di Faenza”; Natale Belosi “Referente Rete rifiuti zero Emilia Romagna” ; Gigliola Cordiviola “Ecoistituto Ecologia scienza e società Faenza”.