Se ci crediamo, ognuno può fare coerentemente la propria parte
Considerazioni e proposte costruttive dell'Altra Faenza in questo periodo di emergenza
Lo dicono in molti che “... tanto deve cambiare”; l'affermazione più efficace, mi pare essere quella di Papa Francesco: “Pensavamo rimanere sempre sani in un mondo malato...”, dove per “malati” deve intendersi l'ambiente, il modello economico produttivo, le relazioni sociali … e anche parte del dibattito politico, che è segnato da strumentalità e demagogia.
Il Consiglio Comunale di domani, giovedì 23, sarà il primo confronto istituzionale a livello locale e dovrà essere l'occasione per avere un quadro complessivo della situazione nei nostri territori, sia per valutare l'efficacia delle misure messe in atto per la fase dell'emergenza, sia per cominciare a programmare quelle della auspicata “ripartenza” (che certo non può prevedere proposte estemporanee di riapertura generalizzata 7 giorni su 7).
E' necessario concentrandosi su quello che dovrà essere il ruolo centrale degli Enti Locali, che hanno una conoscenza più precisa delle condizioni economico-sociali del territorio, sia per una piena condivisione, a livello di opinione pubblica, delle varie misure adottate, sia per continuare ad intervenire in modo più efficace sui bisogni, vecchi e nuovi, delle categorie sociali più colpite, ma anche per immaginare i necessari cambiamenti nel modo di lavorare, di produrre, di muoversi, di consumare.
Per ora mi limito solo ad alcune considerazioni di massima:
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è stato senz’altro importante il rinvio dei pagamenti tributari al 30 giugno delle utenze e dei tributi locali (Tari, Tosap, Icp, bollette Acqua ecc);
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così come potrebbe essere presa in considerazione una riduzione della tassa sull'occupazione di suolo pubblico (magari tenendo presente la necessità di maggior spazio per i necessari distanziamenti), o di quella sulla pubblicità;
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da più parti si chiede anche un rinvio dell’IMU (ma forse non sarebbe il caso sulle seconde case).
E' necessario però tenere fermamente in conto che i rinvii delle scadenze sono una cosa (che ha comunque un suo costo in termini di liquidità e disponibilità di risorse anche da parte dei Comuni) mentre le esenzioni fiscali sono un’altra, perché comportano automaticamente un aumento ulteriore del debito pubblico già necessario per il finanziamento della ripresa economica.
Contemporaneamente va considerato che non tutte le attività economiche sono state bloccate, così come per i redditi delle persone, gli effetti negativi non sono stati, non sono e non saranno uguali per tutti.
Per questo avanzo una piccola proposta: chi ritiene di poter fare a meno di queste pur necessarie agevolazioni potrebbe continuare a versare gli importi previsti?
Sarebbero risorse che possono essere utilizzate per interventi urgenti che le Amministrazioni devono mettere in atto.
Può il Consiglio Comunale fare un invito, seppur volontario, a questo impegno solidale a cittadini e attività economiche che possono permetterselo?
Sarebbe una ulteriore declinazione di piccole iniziative di solidarietà spontanea come: “chi può metta, chi non può prenda”, ma che indicherebbe anche come da questa emergenza dobbiamo uscirne con un riequilibrio delle diseguaglianze, che deve passare anche da una contribuzione progressiva da parte di chi ha di più.
Edward Jan Necki
L’ALTRA FAENZA
(22 aprile 2020)