Quando, il 16 luglio scorso, il Consiglio Comunale approvò la Mozione per dichiarazione di Emergenza Climatica come Ravenna in Comune votammo a favore. Contestualmente il capogruppo della lista, Massimo Manzoli, unitamente ai consiglieri del gruppo misto, Emanuele Panizza e Marco Maiolini, sottoscrisse un comunicato diramato alla stampa in cui si sottolineava come quello assunto dai consiglieri comunali, a nome dei cittadini, fosse un impegno forte davanti ai tantissimi ragazzi del “fridays for future”:
«Noi chiediamo che l’impegno di oggi non sia volto solo a tranquillizzare le nostre coscienze, ma deve essere lo stimolo per un nuovo modo di fare politica. Questo documento deve spingerci, ad esempio, a piantare più alberi, per creare nuovi polmoni verdi soprattutto nella pianura padana, uno dei territori più inquinati al mondo, proprio perché disboscato quasi completamente. Questo documento deve farci riflettere su ogni metro quadrato che andiamo ad impermeabilizzare con nuove costruzioni, perché non ce lo possiamo più permettere. Dobbiamo spingere sul recupero dell’esistente, come del resto già previsto dalla legislatura vigente. Basta eccezioni! Questo documento deve incentivare le nostre scelte energetiche, portandoci verso l’elettrico rinnovabile, per abbandonare definitivamente il fossile. Questi sono quindi gli impegni che dovremo prendere quotidianamente, Soprattutto nelle piccole/grandi scelte che effettueremo in consiglio comunale, dove dovremo essere coerenti rispetto ciò che riporta questa mozione. Ricordiamoci che, malgrado i nostri tentativi di distruzione, la natura si salva e si ripara sempre. Chi invece rischia di estinguersi per le proprie azioni è l’uomo».
Oggi è il movimento dei Fridays for Future a farsi sentire: «A ormai più di 7 mesi dalla Dichiarazione di Emergenza Climatica del Comune di Ravenna, parte del mondo politico locale non prende posizioni determinanti sulla prioritaria necessità di riconvertire il settore estrattivo. La mozione che fu approvata in Consiglio il 16 luglio scorso rischia di rimanere solamente un documento di intenti e non motore di consapevolezza dei mutamenti climatici in atto e delle conseguenze dirette ed indirette che avranno sulla vita di tutti noi. Un documento che si contrappone al precedente manifesto “Ravenna capitale dell’energia” sottoscritto dallo stesso Comune e dal mondo economico i cui toni ritroviamo ancora oggi nella richiesta di consentire il rilancio delle attività estrattive a Ravenna: nell’appello verso il Ministero, non si faccia lo stesso errore di proporre un documento anacronistico, ma si chieda un impegno in termini di risorse per gli investimenti sul rinnovabile! Il tempo stringe e la necessità di rimanere in linea con gli obiettivi europei che vedono un taglio delle emissioni di gas climalteranti del 55% entro il 2030 e azzeramento delle emissioni nette al 2050, si fa sempre più urgente. Serve una forte presa di posizione della politica per l’indirizzamento del settore industriale verso seri piani di investimento sul rinnovabile (e non solo qualche progetto sperimentale di energia da moto ondoso) […] Da “Ravenna capitale dell’energia”, a “Ravenna capitale dell’energia rinnovabile” cercando di mettercela tutta per farlo il prima possibile. Senza lasciarsi condizionare dagli interessi economici della lobby del fossile e ricordando che il 24 aprile scenderemo nuovamente in piazza. Fridays for Future Ravenna».
Quello che chiede il movimento ai Gruppi Consiliari è quindi di verificare lo stato di avanzamento degli obiettivi indicati all’interno della mozione.
Come Ravenna in Comune rileviamo che i timori sottostanti al nostro comunicato emesso all’indomani dell’approvazione della mozione si sono rilevati giustificati. Poco è stato fatto al di là di coreografiche piantumazioni di alberelli da parte del Sindaco.
Al contrario, la maggioranza continua a spingere sul rilancio di un settore in piena crisi, quello delle estrazioni di gas off-shore, appiattendosi sulle posizioni dell’ENI senza formulare alcuna proposta né pretendere che siano avviati sul territorio comunale le iniziative per una fattiva conversione energetica. Né questa posizione è emersa oggi: non è mai venuta meno né è mai stata scossa dalla palese incoerenza con quanto invece sostenuto nella dichiarazione di emergenza climatica visto che proprio l’aumento di consumo di gas naturale rappresenta la fonte di emissioni di CO2 in più rapida crescita evidenziata nelle sessioni della COP25(l’annuale conferenza internazionale delle Nazioni Unite sul clima) a Madrid. Come può conciliarsi con l’obiettivo di portare il taglio delle emissioni di CO2 dal 40% entro il 2030 ad almeno il 60%, sostenuto dalla mozione?
E ancora, ad esempio, la mozione riconosce “l’importanza delle scelte politiche (ambientali, sociali ed economiche) per limitare l’impatto del Cambiamento Climatico”. Cosa dire dei continui ampliamenti edificativi approvati dalla maggioranza senza riguardo alcuno agli impegni assunti? Come si concilia con le cementificazioni recentemente approvate nell’ambito delle lottizzazioni del quartiere San Giuseppe, che prevedono nuove costruzioni per ospitare 1.000 nuovi abitanti (oltre alle superfici commerciali, i parcheggi, ecc. ecc.)?
No, non crediamo proprio che l’analisi dello stato di avanzamento degli obiettivi indicati dalla mozione dia un esito positivo. Non possiamo che ribadire il nostro comunicato del luglio scorso:
«Non ci rimane molto tempo per cambiare stile di vita, per cambiare il tipo di fonti di energia da cui approvvigionarci, perché entro il 2050 dobbiamo arrivare all’azzeramento delle emissioni nette di gas climateranti, passando dal taglio delle emissioni di CO2 del 40% entro il 2030. Ormai sta passando anche il periodo di transizione individuato in una trentina d’anni per passare, dall’utilizzo di fonti fossili, all’energia rinnovabile, e abbiamo fatto troppo poco, preoccupandoci di supportare il guadagno di pochi a discapito di molti».
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