INVITO APERTO: RIPENSIAMO IL FUTURO DELL’EMILIA-ROMAGNA
Si avvicina un momento decisivo per il futuro dell’Emilia-Romagna. Anche nella nostra regione corriamo il rischio di consegnare alle prossime generazioni una società diseguale ed ecologicamente compromessa. Quest’emergenza climatica e sociale ci riguarda tutte e tutti e dobbiamo essere all'altezza della sfida.
In pochi decenni il nostro territorio è stato protagonista di trasformazioni epocali. Il lavoro, l’inventiva e il pragmatismo delle cittadine e dei cittadini emiliano-romagnoli, sostenuti da valori irrinunciabili – la solidarietà, la cooperazione e la centralità di servizi universali come sanità e scuola – hanno garantito per anni crescita sociale e benessere. Questo circolo virtuoso fatto di lotte sindacali, emancipazione sociale, sviluppo economico e redistribuzione della ricchezza, si è però interrotto con l’avvento della crisi che anche nella nostra regione ha prodotto forti diseguaglianze. Tanto da far largo, in alcuni territori, ad una sensazione di abbandono, di aver perso il controllo sul proprio futuro, di aver visto peggiorare le proprie condizioni materiali. Un disagio che non va sottovalutato, ma ascoltato, cercando di individuare nuove risposte a nuovi bisogni, per non lasciare nessuno indietro.
Oggi l’Emilia Romagna è alle prese con l’emergenza climatica e i suoi effetti disastrosi, come gli eventi climatici sempre più estremi, l’aumento del rischio idrogeologico e dell’inquinamento. Anche qui abbiamo conosciuto il calo dei redditi e la svalutazione del lavoro, l'indebolimento dei servizi pubblici e l’allentamento della coesione sociale. Questi problemi, a cui si aggiungono persino rigurgiti fascisti e nazionalisti, proiettano incertezze pesanti sul futuro. Il diverso e lo straniero sono diventati il capro espiatorio di ogni rabbia e frustrazione: smentiamo una volta per tutte il pregiudizio per cui le difficoltà dei giovani a costruirsi un futuro dignitoso che valorizzi le loro competenze dipendano da chi viene salvato dal mare o vive al margine nelle nostre città. Il miglior antidoto alla paura e all’odio è dare più sicurezza sociale, più opportunità e certezze sul futuro.
È il momento di avere il coraggio di riconoscere che il modello di sviluppo che abbiamo conosciuto in questi decenni a livello globale si sta rivelando insostenibile dal punto di vista ambientale e sociale. Dobbiamo ripensare il futuro
a partire da qui, senza rifugiarci nella confortevole narrazione del “modello Emilia-Romagna” ma tracciando una strada di vera svolta, che possa essere seguita e condivisa anche da altri.
Proprio da qui, da questa regione che ha un tessuto sociale straordinariamente vivo e dinamico, una storia di innovazione importante e una consolidata tradizione di dialogo tra tutte le parti sociali, può e deve partire un ripensamento radicale del modello di sviluppo in senso sostenibile, che parta da scelte coraggiose per rendere le politiche regionali e locali coerenti con i 17 Nuovi obiettivi dello Sviluppo Sostenibile al 2030. La nostra è anche una regione a forte vocazione europeista, capace di cogliere le opportunità europee a partire da un utilizzo virtuoso dei fondi strutturali. Dobbiamo fare ancora meglio, investendo sulle competenze necessarie ad amministrazioni, imprese e associazioni per scrivere progetti e trasformare quelle opportunità europee in benefici concreti per le comunità locali.
Per riuscire a fare tutto questo serve un progetto per il futuro, credibile e capace di unire le esperienze migliori della nostra terra. Un progetto civico e politico insieme, da costruire a più mani, mettendo insieme competenze e sensibilità diverse per costruire una visione comune di futuro per i prossimi cinque, dieci, vent’anni. Non è impossibile, non partiamo da zero. Contiamo sul contributo di tutte e tutti coloro che sentono la stessa urgenza e vogliono mettere al centro di questa visione le due grandi sfide su cui ci giochiamo la responsabilità che abbiamo verso le prossime generazioni: la questione ambientale e quella sociale.
A partire dalla transizione ecologica e dal Green New Deal, per salvare il pianeta – come chiedono milioni di giovani in tutto il mondo – e per rilanciare l’occupazione di qualità, investendo sull’economia verde e circolare. Insieme alla lotta alle disuguaglianze, che comporta il rafforzamento dei servizi alle persone, la valorizzazione dei beni comuni, un piano straordinario per le aree interne e di montagna, il riconoscimento dei diritti e delle differenze e il raggiungimento di una vera parità di genere. Sfide che passano anche per la capacità di governare, e non subire, i processi di innovazione tecnologica, rendendoli davvero a servizio delle persone e redistribuendone il valore aggiunto nella società.
Per iniziare questo percorso, incontriamoci il 9 novembre a Bologna, per costruire insieme una nuova visione, attorno a queste battaglie su cui tante e tanti si stanno già mobilitando nella società, nel mondo associativo e sindacale, nelle forze politiche, nell’attivismo spontaneo così come nelle coalizioni civiche.
Vogliamo riappropriarci del futuro e appassionarci a una sfida che possa cambiare davvero il volto della regione, valorizzando ciò che di positivo è stato fatto ma chiedendo discontinuità su quello che non ha funzionato.
Costruiamo insieme proposte concrete che migliorino la vita delle persone attraverso la transizione ecologica, la lotta alle disuguaglianze e l’innovazione tecnologica. Proposte da mettere con forza al centro del dibattito in vista delle prossime regionali, per chiedere a tutto il campo delle forze ecologiste, progressiste, civiche, riformiste e di sinistra di essere all’altezza di queste nuove sfide con una prospettiva di cambiamento reale. Verso un futuro sostenibile per tutte e tutti.
Partecipa all'evento prenotando qui la tua partecipazione: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-regione-futura-emilia-romagna-2020-78006093325