Elezioni e politica: che fare a Faenza?
Appello a chi non si rassegna
Le elezioni amministrative si avvicinano anche a Faenza in una situazione complicata su molti versanti: a partire dai pericoli di guerra in varie aree del mondo, ormai giunti ai nostri confini, dal perdurare di una crisi economica che aumenta le disuguaglianze, la precarietà e la perdita del lavoro. E' ormai evidente la crisi del modello di sviluppo liberista, aggravata “dall'austerità” imposta dall'Europa.
Servirebbe un ripensamento generale nel modo di produrre, di consumare, di vivere e organizzare la vita sociale.
Non ci pensano, naturalmente, i campioni del liberismo del centro-destra, ma purtroppo neppure quelli del centro-sinistra. Sia a livello nazionale, soprattutto per le arroganti, sbagliate e conservatrici scelte del Governo Renzi; sia a livello locale, dove l'attuale Amministrazione si è accontentata della normale amministrazione, assecondando, o comunque non contrastando i poteri forti (le principali aziende e associazioni imprenditoriali, le centrali cooperative, Hera...).
Nasce anche da qui la tendenza all'astensionismo (esplosa clamorosamente alle recenti elezioni regionali) che non è solo sintomo
di disaffezione, disinteresse, “antipolitica”, ma un segnale preciso da parte degli elettori e delle elettrici di tutti gli schieramenti (ma prevalentemente di sinistra) che non si sentono rappresentati.
Nella società, nei movimenti, nelle associazioni, nel volontariato, emergono spinte positive che rivendicano un'altra strada possibile: le lotte per i diritti nel lavoro; per la difesa dei diritti sociali, contro la modifica della Costituzione; per la difesa dell'ambiente e dei beni comuni; per i servizi sociali, contro le privatizzazioni; per una nuova solidarietà e partecipazione sociale.
Anche questa è politica, anzi è buona politica, che rischia di non essere rappresentata nelle sedi istituzionali.
Sono tante le persone impegnate socialmente, non solo nel campo delle sinistre, ma del progressismo, dell'ambientalismo, della democrazia, secondo i principi fondanti della nostra Costituzione; persone laiche e credenti, anche con sensibilità diverse su alcuni temi etici, comunque contrarie a leggi (o a delibere) che vietino scelte di libertà individuale che vanno invece sviluppate.
E' possibile aggregare queste posizioni e farle pesare, non solo nella società, ma anche in Consiglio comunale?
Nella realtà faentina, noi pensiamo che se attorno ad una comune candidatura a Sindaco si costruisse una aggregazione - come nell'esperienza de “L'Altra Europa con Tsipras” - che oltre a chi l'ha sostenuta finora, coinvolgesse altre forze e liste che stanno valutando se partecipare alle elezioni, compresa la lista “Fatti sentire”, sarebbe possibile contendere sul serio gli indirizzi dell'Amministrazione.
Non spetta a noi entrare nelle possibili tecniche elettorali, certo non immaginiamo un comitato elettorale per eleggere qualche consigliere (come purtroppo sono ormai diventate le liste e le forze politiche che si presenteranno), ma piuttosto costruire una squadra e una comunità plurale (di militanti sociali, politici, dell'associazionismo, del volontariato) che, sui punti programmatici condivisi, si batta nella società, ancor prima che nelle Istituzioni, per un'altra idea di città, comunque anche oltre la scadenza elettorale.
Noi, che non abbiamo alcuna velleità di essere rappresentativi, di questo variegato mondo che crede al cambiamento, né ci candidiamo a farlo, lanciamo quest'appello alla riflessione a tutti coloro che, condividendo i riferimenti principali espressi, stanno valutando le forme della loro partecipazione alle prossime elezioni, ma anche ai tanti cittadini/e che non trovano una rappresentanza nel panorama politico presente, affinché si facciano sentire.
Non basta dirsi indignati e insoddisfatti, serve un nuovo protagonismo per costruire una alternativa!
Faenza, 24 febbraio 2015
Primi firmatari: Vittorio Bardi, Anna Benedetti, Anna Colombini, Ivan Foschini, Gianni Fucci, Idilio Galeotti, Alberto Servadei.
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