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Nella dichiarazione finale l’accorato appello agli stati ad unirsi all’Alleanza globale contro la fame e la povertà. E la sfida per il lavoro dignitoso

Si è trattata di una prima volta e di una scommessa senza precedenti quella del presidente Lula: riunire poco prima del Summit dei Capi di Stato e di governo del G20, tutti i rappresentanti dei gruppi di impegno a Rio de Janeiro per elaborare una dichiarazione che parta dal basso da consegnare al summit. I gruppi di impegno sono i gruppi della società civile, dei movimenti e delle parti sociali: sindacati, imprenditori, movimenti sociali informali, ong, etc.

La Cgil, che quest’anno ha avuto il compito di dirigere i lavori del Labour7 (il summit dei sindacati dei Paesi del G7), ha partecipato ai lavori del G20 social e alle iniziative collaterali organizzate a Rio de Janeiro. I lavori sono stati organizzati attorno a tre aree tematiche: lotta alla fame, alla povertà e alle diseguaglianze; sostenibilità, cambiamento climatico, transizione giusta; riforma della governance globale. La dichiarazione contiene un forte appello agli stati ad unirsi all’Alleanza globale contro la fame e la povertà, in linea con l’agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

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Nella lotta alle diseguaglianze, diventa centrale il tema del lavoro dignitoso “in linea con gli standard dell’Oil, come elemento fondamentale per superare povertà e disuguaglianza. È imperativo combattere il lavoro schiavo, il lavoro minorile, la tratta di esseri umani e tutte le altre forme di

sfruttamento e lavoro precario. (…) È essenziale garantire l'accesso al lavoro dignitoso, a sistemi di sicurezza sociale e protezione per tutti, in particolare i giovani, gli individui di colore, le donne e i più vulnerabili, così come l’espansione dei diritti sindacali”, si legge nella dichiarazione.

Rimane da capire come reagiranno a queste dichiarazioni stati dove i diritti sindacali sono repressi, a partire dalla Russia di Putin. Forte l’appello al tema del clima, del superamento delle fonti fossili e la lotta contro la deforestazione, cavallo di battaglia della Presidenza Lula, soprattutto per l’Amazzonia.

Il documento si conclude con un appello forte alla riforma della governance globale che rifletta gli equilibri geopolitici attuali, il multilateralismo e un nuovo protagonismo del sud globale. Un forte appello alla difesa della democrazia, dello stato di diritto e della partecipazione della società civile.

Rimane da capire, in un contesto di riarmo globale senza precedenti, di conflitto, miseria, fame e distruzione come i leader del G20 risponderanno a questo forte appello, condiviso sia dalla presidenza brasiliana sia sudafricana (che ospiterà il summit l’anno prossimo).

Al movimento sindacale, il compito di essere parte di questo processo e mettere come priorità assoluta della propria azione la preservazione della pace. La Cgil farà la sua parte, a partire dall’anno prossimo, come annunciato dal segretario generale Landini, con una grande iniziativa per il lavoro dignitoso e la Pace nel contesto del Giubileo e con il nostro lavoro di costruzione di ponti con il sud globale.