ELEZIONI / Paglia (Liberi e Uguali): se uno vuole fare argine alle destre deve votare per noi
Martedì 27 Febbraio 2018
"Quelli del PD, si stanno preparando a fare un governo di larghe intese con Berlusconi, un governo guidato da Gentiloni o da Tajani a seconda di chi avrà più peso" dice Giovanni Paglia
Giovanni Paglia, ravennate, 40 anni, sposato, 1 figlio, è deputato uscente di Sinistra Italiana. Ha percorso tutto il cursus honorum della sinistra radicale in movimento negli ultimi anni: da Rifondazione Comunista a Sinistra Ecologia Libertà a Sinistra Italiana. Ora è candidato alle elezioni politiche del 4 marzo con Liberi e Uguali nel Collegio della Romagna plurinominale per la Camera.
In Parlamento si è occupato di molte questioni economiche, facendo parte della Commissione Finanze della Camera e ha partecipato anche ai lavori della Commissione d'Inchiesta sulle Banche. In questi anni è stato anche parlamentare fra i più attenti alle questioni locali.
L'INTERVISTA
Paglia, perchè Liberi e Uguali? Perchè un cittadino dovrebbe votare per voi?
"In un paese che scivola sempre più a destra ci vuole un ancoraggio a sinistra. La sinistra serve più di prima. Ci sono i problemi concreti delle persone che hanno bisogno di risposte politiche di sinistra: sul lavoro, sull'ambiente, sui diritti, sulla scuola. Ci sono i valori di sinistra da difendere e portare avanti, come la giustizia sociale e la solidarietà. Ci sono gli elettori di sinistra da rimotivare e riportare a votare. Per fare tutto questo serve una forza di sinistra organizzata e bisogna portarla in Parlamento, con un peso importante."
Per farla contare, come si diceva una volta?
"Sì. Lo diciamo anche adesso. Liberi e Uguali è l'unica sinistra che può incidere e contare. Una sinistra che vuole essere di governo e di cambiamento. Una sinistra di questo tipo non c'era e non c'è. Perchè il PD non è più questa cosa qui. Per cui abbiamo deciso di costruire noi la sinistra che mancava."
A proposito di proposte per il cambiamento, cominciamo dal lavoro. Abbiamo tutte le leggi fatte negli ultimi 20 anni e c’è il Jobs Act del governo Renzi, compresa l’abolizione dell’articolo 18, poi c'è la messa all’angolo dei sindacati nella pratica quotidiana… con il risultato che ora i lavoratori spesso votano Lega o Cinque Stelle. In mezzo a queste contraddizioni di classe ci siete voi. Che cosa proponete per tornare in sintonia con chi lavora, con chi è precario, con chi è disoccupato?
"Io sono stato eletto con il progetto Italia Bene Comune, nel 2013. Avevamo fra gli obiettivi quello di combattere la precarietà e di creare lavoro buono. Poi è arrivato Renzi e ha fatto il Jobs Act. Molti di noi hanno preso ad un certo punto le distanze dal PD, chi prima, chi dopo. Per me il momento di rottura definitivo è stata proprio l'approvazione del Jobs Act. Quando Renzi ha collocato il PD da una parte mentre i lavoratori stavano dall'altra. Per me essere di sinistra significa stare con chi lavora o cerca lavoro. Significa riconoscere diritti, dignità e la giusta retribuzione a chi lavora. Il PD ha tolto l'articolo 18, esteso a tutti i livelli il precariato, mortificato il mondo del lavoro in tutti i modi."
Ma c'è più gente che lavora, dicono. E poi i lavoratori non votano in massa per voi. Perchè?
"C'è più occupazione solo sulla carta. Perchè è tutto lavoro precario quello creato. Recuperare il rapporto con il mondo del lavoro non è facile. La sinistra deve mettere al centro proprio il mondo del lavoro. Con le sue contraddizioni di oggi. Vogliamo essere vicini a chi lavora, onesti con chi lavora, credibili per la difesa degli interessi di chi lavora. Sarà un lavoro lungo e difficile."
Che cosa proponete concretamente?
"Bisogna fare leggi che favoriscano il lavoro a tempo indeterminato, piuttosto che il tempo determinato, il precariato, il lavoro a chiamata. Il lavoro a tempo determinato va regolato in modo chiaro, a precise condizioni. Vogliamo progressivamente cancellare tutte le forme di lavoro che umiliano e mettono sotto ricatto il lavoratore. Vogliamo rimettere al centro i diritti e ripristinare l'articolo 18: non si deve licenziare senza giusta causa. La Costituzione non può arrestarsi davanti ai cancelli della fabbrica, i diritti devono valere anche dentro. Basterà tutto questo? Non lo so, ma è una precondizione. Il mondo del lavoro ha bisogno di una sinistra che lo rappresenti. La sinistra ha bisogno del mondo del lavoro: le nostre radici devono essere piantate in quel mondo, da cui possiamo trarre la nostra linfa vitale."
Parliamo di diritti allora. In alcuni casi i diritti sono stati conquistati, come per le coppie di fatto e il bio-testamento. In alcuni casi i diritti sono stati congelati e ancora negati come nel caso dello ius soli - ius culturae. In altri casi i diritti sono stati tolti, come quelli dei lavoratori (l’articolo 18 e non solo) o dei risparmiatori, di fatto, legalmente truffati da diverse banche… Qual è il bilancio: in attivo o in perdita?
"Non voglio fare una somma algebrica. Dei diritti del mondo del lavoro tolti, ho già detto: sono fondamentali e vanno ripristinati. Questa è una ferita molto grave inferta al mondo del lavoro. Anzi, occorrerebbe intervenire anche per tutelare i lavoratori da nuove forme di controllo, come quelle emerse in questi giorni con la vicenda Amazon. Sui diritti civili bisogna ancora fare molto. Per esempio garantire l'adozione alle coppie di fatto, e poi bisogna completare il lavoro sul matrimonio, con il matrimonio uguale per tutti."
E sullo ius soli?
"È stata commessa una crudeltà: hanno illuso 800 mila ragazzi e poi li hanno lasciati soli. Il PD non ha voluto far approvare quella legge perchè in campagna elettorale era scomoda. Hanno rimandato alla prossima legislatura, quando tutto sarà più difficile, perchè ci sarà più destra in Parlamento. C'era la possibilità concreta di fare una legge giusta sulla cittadinanza ma non s'è fatta per paura. Ed è una cosa difficile da spiegare anche ai nostri figli. Perchè loro non sono cittadini come noi, quando studiano con noi, giocano con noi, parlano la nostra lingua?"
Paglia lei si è occupato parecchio di economia nella scorsa legislatura. Che cosa pensa della destra che propone la flat tax, livellando la tassazione verso il basso… sembra una cosa molto popolare, anche se pare favorisca soprattutto i ricchi. Voi cosa proponete sul piano fiscale per finanziare il welfare e gli investimenti?
"Noi oggi abbiamo un sistema fiscale con un livello di tassazione né troppo basso, né troppo alto: però è iniquo. Le tasse ci sono già, ma colpiscono soprattutto chi sta in basso, mentre lasciano indenni i grandi redditi. Praticamente le grandi aziende mondialiste non pagano le tasse o pagano pochissimo. Google e Apple pagano un'inezia. Amazon addirittura non paga nulla di tasse in Italia e in Europa. Invece lavoratori e ceto medio sono schiacciati e anche le imprese piccole e medie sono sotto una pressione insostenibile. Allora la prima cosa è far pagare le tasse alle grandi aziende su scala europea e su scala nazionale. Poi bisogna far pagare molto chi percepisce redditi molto alti."
Come?
"Per esempio rimodulando gli scaglioni dell'IRPEF. Abbassando le aliquote più basse e alzando quelle più alte. E poi bisogna colpire l'evasione fiscale. Con una politica rigorosa si possono recuperare 30 miliardi all'anno. Dicono che vorremmo introdurre la patrimoniale, ma in Italia le tasse sul patrimonio ci sono già. Ci sono quelle sulle forme di risparmio, ci sono quelle sull'IMU per la seconda casa. Noi vogliamo mettere insieme tutti i beni patrimoniali e tassare i grandi patrimoni, quelli sopra i 600 mila euro annui circa. Semplicemente i grandi patrimoni, non abbiamo alcuna intenzione di colpire i ceti medi. Siamo per una vera progressività del fisco. In questo modo possiamo recuperare due miliardi da redistribuire con il welfare. Questa è una politica seria sulle tasse, gli altri, tutti gli altri, dicono semplicemente che vogliono tagliare le tasse a tutti. Ma non è serio né giusto."
Un altro tema che ha tenuto banco in questa campagna elettorale è quello dell'immigrazione. Qual è la vostra posizione?
"Il ministro Minniti ha fatto una scelta degradante perchè, per impedire qualche sbarco in Italia, ha messo il destino di migliaia di esseri umani nelle mani delle bande libiche. Li ha venuti. Ha fatto la stessa cosa che fece Berlusconi, se non che Berlusconi fece almeno l'accordo con Gheddafi mentre Minniti l'ha fatto con dei capi banda. Ha chiesto loro di tenere i migranti là in Libia, nei campi di concentramento che paghiamo noi. E in quei campi c'è una nuova tratta degli schiavi. Dobbiamo chiamare le cose per nome. E assumerci le nostre responsabilità. Così come l'Europa deve assumersi le sue, perchè non ha fatto nulla. Un accordo simile per fermare i migranti fu fatto dall'Europa con La Turchia e noi gridammo allo scandalo. Ora l'abbiamo fatto noi con la Libia."
Ma voi cosa proponete?
"Proponiamo dei corridoi umanitari per impedire la tratta degli uomini. Per salvare migliaia di esseri umani da una prospettiva spaventosa."
Significa farli venire in Europa e in Italia?
"Significa salvare delle vite umane. Significa restare umani. Sui migranti s'è affermata la cultura della destra perchè la sinistra ha rinunciato a combattere la sua battaglia, a far valere i suoi valori. Abbiamo indietreggiato, ci siamo difesi, non abbiamo combattuto fino in fondo per ciò in cui abbiamo sempre creduto, l'uguaglianza, la solidarietà, la giustizia. Al punto che è passata l'idea della destra, che prima ci sono gli italiani e poi gli altri esseri umani. Altro che diritti universali. Prima gli italiani per l'assegnazione delle case. Per i posti negli asili. Per il diritto alla salute. Non ci si vergogna più di dire che agli altri non deve spettare nulla."
È la guerra fra poveri.
"Sì, perchè s'è imposta la cultura della destra che è cultura della paura, dell'esclusione, dei muri. Nella guerra fra poveri, tutti i poveri sono destinati a perdere. Anche gli italiani. I problemi di integrazione c'erano anche nell'Italia degli anni '50 quando al nord arrivavano i migranti dal sud e c'erano discriminazioni di ogni genere, ma allora c'era anche la volontà di integrare e c'era il lavoro come volano fondamentale dell'integrazione. Ora il lavoro non c'è più e l'immigrazione è sempre meno legata alle possibilità di lavoro."
Allora che si fa? La destra dice di riportarne indietro 600 mila...
"No, questo non è possibile. E lo sanno anche loro. Bisogna accogliere, assistere e integrare con politiche adeguate, ma su questo il governo ha fallito completamente. Come ha fallito l'Europa. Oggi vengono dati 38 euro al giorno per ogni richiedente asilo, ma al migrante toccano 2 euro e questa persona è costretta per mesi e anni a non fare nulla, a vivere di stenti, a chiedere l'elemosina in attesa di trovare una sistemazione degna di questo nome. Questa povertà fa paura, ancor più del colore della pelle. Gli italiani non hanno paura dei neri, ma dei poveri più poveri di loro: è la povertà che fa paura."
Prima accennava all'Europa che ha grandi responsabilità nella mancata politica dell'immigrazione.
"Io sono per l'Europa, ma non dico più Europa, dico invece che serve un'altra Europa. Bisogna riformare i trattati, rivedere le politiche liberiste e restrittive. Serve un'Europa che armonizzi il fisco, le tutele del lavoro e le protezioni sociali, che non faccia più dumping fiscale e dumping sociale. E serve un'Europa che si fa carico, che investe in programmi di integrazione, cooperazione e solidarietà."
Un'ultima annotazione su fascismo e antifascismo, un tema che ha caratterizzato questi ultimi giorni di campagna elettorale.
"Dico solo che non capisco come sia possibile che alle elezioni, sulla scheda elettorale, siano presenti liste di chiara e dichiarata ispirazione neofascista come Forza Nuova e Casa Pound. Si definiscono fascisti del terzo millennio. C'è una sola cosa da fare: queste organizzazioni vanno sciolte e va impedito loro di presentarsi alle elezioni. Non ho altro da aggiungere."
L'ultima domanda. Il voto utile qual è? È quello per far vincere qualcuno o per far vincere le proprie idee?
"Esiste il voto. Il voto utile è solo un espediente retorico. Quelli del PD hanno fatto una pessima legge elettorale e ora hanno paura di perdere, per cui tirano fuori la storia del voto utile. Ma gli unici in grado di combattere la destra sul piano politico e culturale siamo noi. Loro, quelli del PD, si stanno preparando invece a fare un governo di larghe intese con Berlusconi, un governo guidato da Gentiloni o da Tajani a seconda di chi avrà più peso."
E voi?
"Noi di sicuro non faremo mai un governo con le destre: dunque se uno vuole votare contro le destre deve votare per noi. Noi non lo deluderemo. Faremo ciò che abbiamo promesso. Lo faremo dall'opposizione se elezioni premieranno la destra, oppure dal governo se ci saranno le condizioni per governare su basi nuove. In ogni caso, ci vuole una sinistra più forte e per una sinistra più forte c'è un solo voto che conta: Liberi e Uguali."
A cura di P. G. C.