REGIONALI. L'analisi del voto: «Rispetto alle politiche 2022, un pezzo di elettorato 5S diserta le urne, una parte di quello del terzo polo ha scelto Marsilio»
Il rieletto presidente dell'Abruzzo Marco Marsilio - LaPresse
Al netto della fortunata vittoria di Alessandra Todde su Paolo Truzzu, le tendenze sottostanti le elezioni regionali in Sardegna a Abruzzo «sono simili». Parola dell’Istituto Cattaneo di Bologna, che ha analizzato i due appuntamenti elettorali. «L’area elettorale del centrodestra si consolida, grazie ad un astensionismo relativamente basso tra i suoi elettori del 2022 e a piccoli apporti aggiuntivi che vengono per lo più dall’astensione o dal cosiddetto Terzo polo».
Segno che, nell’elettorato di centrodestra, «la fiducia nel governo guidato da Giorgia Meloni rimane stabile». Il cosiddetto campo largo, tanto nella geometria sarda (Pd, M5s, altri minori da un lato; Azione, Iv, +Europa dall’altro), tanto in quella abruzzese (tutti insieme), soffre di fuoriuscite più consistenti verso l’astensione o di flussi diretti verso la coalizione avversaria.
Un fenomeno che il Cattaneo ritiene quasi inevitabile, visto che l’elettorato di quest’area è attraversato da «varie linee di frattura al suo interno», oltre che «da una reciproca ostilità» deliberatamente tra i leader di partiti potenzialmente alleati (in particolare Conte e Calenda, ndr), da una «diversità di posizioni su vari temi (di politica interna ed internazionali) più profonda rispetto all’elettorato di centrodestra».
«Non a caso, le due componenti più volatili di questa area sono rintracciabili da un lato tra gli elettori del M5S e dall’altro tra gli elettori della componente liberale ed europeista (Azione, Iv, +Europa)». Nel caso dei 5S prevale, come già in passato, «la tendenza ad astenersi in occasione di elezioni locali». Nel secondo, «la tendenza a ricollocarsi o a tornare verso il centrodestra, soprattutto quando, come nel caso abruzzese, i partiti dell’area liberale ed europeista sono alleati con il M5s».
In questo quadro, «gli equilibri all’interno del centrodestra rimangono abbastanza stabili, con variazioni che di volta in volta riflettono specificità locali». Forza Italia «si giova della stabilità del quadro governativo e si riafferma come forza moderata all’interno della maggioranza, in un rapporto proficuo con la presidente del Consiglio», ma non regisstra «alcun balzo in avanti».
Secondo il Cattaneo il successo delle destre nella provincia de L’aquila «riflette una caratteristica di lungo termine del voto abruzzese, questa volta più accentuata». Ma questo dato «non è risultato determinante» per la vittoria di Marsilio «perché, a parte il consueto successo del centrosinistra nelle grandi città, e segnatamente a Pescara, il centrodestra è risultato prevalente in tutte le province». (red.pol.)