EUROPA VERDE. I portavoce litigano in vista delle europee. In ballo le alleanze
Le elezioni europee si avvicinano e si consuma la rottura che aleggiava da qualche mese in Europa Verde. Eleonora Evi, ex europarlamentare eletta con il Movimento 5 Stelle ora deputata con Alleanza Verdi Sinistra si è dimessa da co-portavoce, ruolo che fino a ieri ricopriva in coabitazione con Angelo Bonelli.
In un testo diffuso via social, Evi ha ricostruito la storia degli ultimi anni, fino al passaggio di Europa Verde e la scelta elettorale con Sinistra italiana. «A sorpresa, dopo le politiche del 2022, qualcosa ha scatenato un corto circuito quasi indecifrabile – spiega – Improvvisamente i vecchi dirigenti hanno iniziato a fare muro contro di me, e questo perché avevo idee diverse e pretendevo, da co-portavoce nazionale, di essere a conoscenza, ad esempio, delle decisioni politiche sulle liste, sulle alleanze e sulle strategie della campagna elettorale». Rivendica di avere «espresso posizioni o visioni non allineate a quelle della dirigenza durante le riunioni della direzione nazionale» in seguito alle quali «la mia figura è stata sempre più oscurata e così, di fatto, è stato annullato il ruolo della co-portavoce femminile del partito, sul piano politico e comunicativo». Tutto ciò rappresenterebbe «il segno della deriva autoritaria e autarchica del partito», prosegue Evi dicendosi comunque «fermamente convinta della necessità di un progetto ecologista italiano coraggioso e contemporaneo, e non l’ennesimo partito personale e patriarcale».
La risposta di Angelo Bonelli è arrivata a stretto giro. L’esponente verde si dice «molto dispiaciuto» per l’addio di Evi ma rimanda alla mittente tutte le accuse. Il vero motivo del contendere, sostiene, sarebbe «la decisione del partito di proseguire l’esperienza di alleanza con Sinistra italiana», scelta peraltro confermata da congresso di Si conclusosi domenica scorsa a Perugia. «Lei non voleva – dice Bonelli – Ma la direzione ha votato a favore del cammino comune». Evi accusa Bonelli di gestione «patriarcale», le risponde la capogruppo di Avs alla Camera (anche lei di estrazione Verdi) Luana Zanella. «Spero che tutto si ricomponga sul piano politico e attraverso un dialogo trasparente – afferma Zanella – Provo grande dispiacere per l’utilizzo strumentale della parola ‘patriarcato’, termine che non va banalizzato, soprattutto in questo periodo, né scagliato contro tutta una comunità la cui storia è segnata dal protagonismo femminile e le cui radici si fondano nei movimenti ecofemministi»