Manca un mese poi gli alluvionati della Romagna saranno nelle mani di “Sfinge”, confidando che sia il primo passo per avere i rimborsi ai danni subiti dal 2 al 17 maggio scorsi, quando 23 corsi d’acqua uscirono dai propri letti. Gli alluvionati di Faenza, che sono stati stimati in oltre 12.000 unità, hanno fatto i conti con il fiume Lamone ed i suoi affluenti, in particolare il torrente Marzeno, e con i rigurgiti delle fogne. Ancora oggi ci sono case da cui vengono rimossi fango secco, arredi e suppellettili danneggiati. La maggioranza degli appartamenti, anche fino ai secondi piani, invasi dalle acque limacciose, sono ancora disabitati: una volta vuotati e ripuliti, il logico percorso di ripristino prevede che si asciughino bene prima dell’effettuazione dei lavori per tornare a essere ospitali, prevedibilmente non prima di marzo, ma tante persone sono state costrette ad accelerare i tempi e, senza soddisfazione, hanno già rioccupato la propria abitazione. Ci sono poi coloro che hanno visto il massacro di garage, cantine e tavernette con elettrodomestici, caldaie e impianti da rifare. A questi sono da aggiungere le imprese, da aziende artigianali a piccoli negozi, con molti che non riapriranno. È questo il variegato popolo della “Sfinge”.
I ristori alle famiglie e alle imprese avverranno con l’utilizzo della piattaforma internet “Sfinge” della Regione Emilia-Romagna, in corso di aggiornamento tecnico per essere coerente con le procedure da parte della stessa Regione, che dovrà avvenire non oltre il 15 novembre 2023. La struttura è pronta per l’erogazione dei contributi e sta lavorando alla semplificazione delle procedure. Per venire incontro a famiglie e imprese, verranno emanate apposite ordinanze che forniranno indicazioni sulle modalità di inoltro delle domande dei contributi, sulle perizie asseverate e sulle schede tecniche di rilevazione dei danni, in modo da iniziare a procedere con le erogazioni già da fine novembre. Questo ha fatto sapere il Governo, la cui promessa è di pagare, al “cento per cento”: almeno, così si spera.
“Le ordinanze sono lavori complessi. Abbiamo messo in campo, innanzi tutto, la piattaforma informatica firmando la cosiddetta ordinanza di soggetto attuatore con cui abbiamo dato mandato alla Regione di adattare la piattaforma ‘Sfinge’ già in uso per il sisma che colpì l’Emilia nel 2012 per poter velocizzare tutto il lavoro a monte” ha detto il Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo, nominato Commissario straordinario alla ricostruzione sul territorio delle Regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche.
CENTO PER CENTO: SE NON ORA, QUANDO?
I faentini alluvionati si sono rimboccati le maniche già da subito, ma ora chiedono chiarezza, soprattutto a proposito dei ristori assicurati “al cento per cento”, consapevoli che la corsia principale dovrà essere riservata a coloro che si sono trovati senza casa. C’è chi è riuscito a ottenere quei 3.000 euro di “acconto” messi in campo da Protezione civile-Regione-Comune già in giugno, ma il “cento per cento” a molti appare quanto meno lontano.
“Ho chiesto e ottenuto i 3.000 euro, ma i danni che ho avuto arrivano a decine di migliaia – racconta un esercente della “Bassa Italia” faentina, il quartiere compreso tra le Vie Lapi, Batticuccolo, Argnani e Renaccio -: me ne sono arrivati 2.800 perché sono tassati”.
In tanti che hanno avuto danni anche ingenti, ma non all’appartamento, si domandano “a noi quanto e quando?” allegando “e per l’auto rottamata?”. Per questa ci sono un po’ di soldi che arriveranno dalla Regione ma non basteranno. Ma la vera domanda è “Sfinge funzionerà bene come per il terremoto dell’Emilia?”. Appare prevedibile che il primo interlocutore della popolazione sarà inevitabilmente il Comune con modalità da definire.
IL LAVORO CHE STENTA A RIPARTIRE E LE ORDINANZE IN ARRIVO
Poi ci sono le attività, motori dell’economia cittadina, inceppatasi a metà maggio e non ancora sbloccata. “Va ricordato che all’inizio di agosto, assieme agli altri Enti locali, abbiamo posto al generale Figliuolo il problema dei rimborsi ai cittadini privati e alle imprese, che era uscito di scena dal dibattito pubblico dovendosi privilegiare i lavori pubblici di somma urgenza – racconta Massimo Isola, sindaco di Faenza e presidente dell’Unione dei Comuni della Romagna Faentina -. A quel tempo Figliuolo ci disse di non avere le risorse necessarie per fare un programma completo sul tema dei privati”.
Il Generale parla poco, quando è necessario; è descritto come un “uomo del fare”: tutti sperano che sia così anche stavolta, ma per ora si esprime quando le cose sono fatte o pronte. L’impressione di molti è che stia facendo sviluppare programmi d’intervento che avrebbero bisogno subito di molti quattrini. Che non ci sono.
“A lui abbiamo chiesto due cose – prosegue Massimo Isola -. La prima un incontro, che è stato fatto, con tutte le associazioni di categoria della Romagna, le quali hanno raccontato direttamente al generale e alla sua squadra le esigenze delle imprese; è stato chiesto di avere un’ordinanza per arrivare a delle perizie da fare, perché, anche se non ci sono tutti i soldi, almeno utilizziamo questo tempo per fare in modo che i tecnici possano dire al cittadino privato e all’azienda quanti sono i suoi danni, e queste perizie si possono fare in un solo modo: con un’ordinanza, perché nessun perito farà mai una perizia se non sa cosa viene rimborsato e cosa no. Per cui, dopo tante discussioni, siamo arrivati almeno a una data, cioè il 15 novembre, appunto. Da quel giorno saranno operativi due tipi di ordinanza: una per i cittadini, e quindi le abitazioni private, e una rispetto alle imprese. Figliuolo ha fatto sapere che l’ordinanza per le imprese è sostanzialmente chiusa e presto la racconterà”.
IL PRESSING SUL COMMISSARIO
Ma queste “perizie” chi dovrà farle? Si può pensare a tecnici qualificati. E chi li paga? Impossibile mettersi nelle mani del volontariato, dovendosi utilizzare uniformità di metodo e giudizio. Per ora le uniche “perizie” viste in circolazione sono quelle dei tecnici, tutti esterni e volontari messi in azione dall’Unione della Romagna Faentina a certificare lo stato degli edifici alluvionati: migliaia di “schede”, non sempre compilate con competenza e avvedutezza, confluite allo Sportello Unico Edilizia da dove sono partite ordinanze di inagibilità, lavori da fare per il ripristino, che nel “dopo” prevedono come obbligo una “perizia” di un tecnico abilitato. Che deve pagarlo il cittadino, senza avere per ora lo spiraglio di ottenerne il rimborso dalla struttura commissariale.
Prova a fare ordine il sindaco Isola, che al compimento di tre anni di mandato ha già in bilancio due alluvioni e l’incendio alla distilleria Caviro. “Figliuolo ci ha solo anticipato che l’ordinanza per le imprese sarà divisa in due grandi capitoli: il primo riguarderà le aziende che hanno avuto danni inferiori ai 40.000 euro; si utilizzerà lo schema dei “tre più due” dei C.I.S.; ci saranno 20.000 euro d’ingresso a prescindere dalla rendicontazione ed altri 20.000 euro alla rendicontazione, coi tempi che saranno spiegati nell’ordinanza. Poi, essendo che soprattutto anche dalle nostre parti gran parte delle imprese ha avuto problemi e necessita di indennizzi di ben maggiori e di ben altra scala, su questo al momento Figliolo ha detto solo che ci sarà lo stesso lo schema dell’anticipo e che saranno presumibilmente due o tre o quattro le tranche per arrivare al cento per cento”.
“Il commissario ha proprio detto di volere arrivare al cento per cento: con le perizie almeno sapremo una volta per tutte, fuori discussione, quant’è il danno di abitazioni private e di imprese sulle quali bisogna trovare le risorse – riporta il primo cittadino -. Quindi la grande notizia è che, una volta che ci sarà un’ordinanza, potremo mettere in moto i nostri tecnici per periziare. Potranno chiedere al generale se quella perizia la ritiene compatibile con gli schemi dell’ordinanza, successivamente sapremo in un tempo rapido quanti soldi servono per fare il cento per cento. Dopodiché tutti insieme noi sappiamo che, se si vuole arrivare al cento per cento, non parliamo di temi astratti, ma il cento per cento che sarà convalidato dal commissario, perché firma tutto lui, sarà quello sul quale in modo molto trasparente si capirà se è una visione retorica o se è una visione concreta. Speriamo che il frazionamento dei rimborsi non vada al 2026. Almeno nell’arco di un mese dal 15 novembre potremo sapere qualcosa in più. Ci sarà anche la piattaforma ‘Sfinge’ che garantirà questa fase di costruzione della perizia: è stata chiesta da noi, perché è la piattaforma sulla quale si è costruito tutto il percorso di ristoro sull’Emilia per il terremoto del 2012. – conclude Massimo Isola – Su di essa imprese e cittadini potranno andare a capire veramente quanti sono i danni sui quali possono costruire la speranza del cento per cento”