POLITICA. La segretaria alla direzione Pd: «Una estate militante con una agenda di sette punti»
Elly Schlein sfida gli avversarti interni che, ogni occasione, come la sua partecipazione alla manifestazione di sabato del M5S, alzano scudi di indignazione. «Se a qualcuno la linea del Pd non piace meglio che lo ammetta apertamente», dice la segretaria aprendo la direzione dem, e invitando i critici ad uscire allo scoperto.
Non si pente di essere andata in piazza da Conte, «anche se sull’Ucraina le distanze restano enormi». Andrebbe a portare un saluto anche a Calenda, «ma questo non significa che io condivida le sue idee sull’elezione diretta del premier». Perché «stare l’opposizione non significa stare in vacanza e coltivare il proprio oricello, da soli non bastiamo per costruire un’alternativa».
PER SFIDARE GLI AVVERSARI interni Schlein cita Daniele Silvestri «le cose che abbiamo in comune sono 4850», ma anche Diodato, la sua «Fai rumore» che vinse Sanremo nel 2020. «Non so lo se mi fa bene questo rumore», e si riferisce appunto al rumore di fondo delle polemiche interne, il solito «giochino di logoramento dei segretari» che tanto male ha fatto al Pd. «Mettetevi comodi, siamo qui per restare», ribadisce il concetto già espresso dopo il flop delle amministrative. «Per fare quello che ci hanno chiesto gli elettori delle primarie, anche se cambiare crea forti resistenze». «Non c’è una linea? «Siamo pieni di proposte ma le copriamo con discussioni interne che hanno stufato la gente».
UN RICHIAMO PIUTTOSTO bonario all’unità interna. Ma Lorenzo Guerini non ci sta: «Nessuno vuole azzoppare la segretaria. Ma con franchezza devo dirti che
la parte finale della tua relazione è stata inutilmente polemica. La dialettica, se leale, anche quando è aspra, non è lesa maestà, ma serve innanzitutto a te, Elly». Bonaccini chiede «uno scatto», invita a a evitare «derive minoritarie » e ribadisce che «il Pd deve essere il perno della futura coalizione alternativa» alle destre. E quindi «non si può «andare a rimorchio delle iniziative degli altri». Le sue parole non sono stoccate, ma consigli: «Nessuno pensi che indebolendo Elly il Pd diventi più forte. Ma alla segretaria dico che se gestione unitaria deve essere si discuta di più e meglio di quanto fatto fino ad ora, siamo un partito non un movimento».
LA PIÙ DURA È PINA PICIERNO, indignata per la piazza col M5S, dove sono state ribadite parole contro l’invio di armi a Kiev. «Andarci è stato un errore, questo non è un tema marginale: per me sostenere l’Ucraina è la pace, la guerra sta dalla parte dell’aggressore. E ancora: «Quale è la strategia? Siamo sicuri che dire che saremo in tutte le piazze, senza prima aver fatto la fatica di una proposta politica condivisa, sia giusto?». L’accusa, in poche parole, è quella di «situazionismo».
E PENSARE CHE LA SEGRETARIA, nella relazione, ci aveva provato a dettare l’agenda. con setti punti da portare in giro per l’Italia in una «estate militante». Formula originale per dire che il Pd non va in ferie, a metà luglio farà una due giorni contro l’autonomia differenziata, e poi una riunione della segreteria a Ventotene per rilanciare l’Europa federale. E in piazza il 24 giugno con la Cgil per la sanità pubblica, il giorno prima una iniziativa sulla casa. «L’obiettivo è costruire un’identità chiara che ci renda riconoscibili con le nostre battaglia», dice Schlein. E indica il Pnrr su cui «il governo sta perdendo tempo», l’autonomia che «rischia di diventare secessione», la sanità, la casa, il lavoro, il fisco, la conversione ecologica, l’emergenza climatica che «questo governo fa finta di non vedere, in pieno spirito negazionista». Schlein propone di presentare ordini del giorno in tutti i comuni governati dal Pd per costruire comunità energetiche e contro l’autonomia di Calderoli. Sull’Ucraina ha ribadito la linea di sostengo «anche militare», ma anche l’appoggio alla missione di pace vaticana.
QUANTO AL FLOP NELLE CITTÀ, ha invitato i compagni a «non cadere nello psicodramma, o a darci più demeriti di quelli abbiamo. La Lega è passata da 107 a 37 consiglieri comunali mentre noi ne abbiamo persi pochissimi». All’accusa di subalternità ai grillini, ha replicato: «Forse lo era Renzi, che appena eletto invitò Berlusconi al Nazareno per farci un patto». «Lo so già che la segretaria da sola non basta, a me tocca provare a tenerci tutti insieme, ma sulla linea chiara che ha vinto il congresso», il conetto di Schlein. «Dopo le primarie siamo passati nei sondaggi dal 15 al 21%, c’è un’apertura di credito verso di noi».
A DIFESA DELLA LEADER intervengono Nicola Zingaretti, Laura Boldrini, Peppe Provenzano, e il capogruppo in Senato Francesco Boccia. Che dice: «C’è una connessione sentimentale tra Elly e gli elettori del centrosinistra». E bacchetta Alessio D’Amato, ex candidato alla regionali del Lazio che si appresta a lasciare il Pd in polemica con la partecipazione di Schlein alla piazza del M5S: «Da lui parole ingenerose, lei è andata in piazza sui temi del lavoro e della lotta alla precarietà». Provenzano chiede infine uno stop alle polemiche sulla guerra: «No a un congresso permanente sulla politica estera». Alla fine, la direzione non ha votato la relazione della segretaria, ma solo un documento di sintesi con i punti per l’estate militante