L'INCHIESTA DI BRUXELLES. «Trovati sacchi di denaro» a casa della vicepresidente greca Kaili. Nuove perquisizioni negli uffici dell'Eurocamera. Ai domiciliari anche la moglie e la figlia di Panzeri
Sacchi di denaro contante custodite in casa, intercettazioni in cui si parla di vacanze da 100mila euro, lo scandalo che si allarga ad altri assistenti parlamentari a Bruxelles dopo che venerdì la polizia belga ha perquisito sedici abitazioni e fermato una delle vice presidenti dell’assemblea parlamentare, la deputata socialista greca Eva Kaili, il suo compagno italiano Francesco Giorgi, collaboratore dell’eurodeputato Pd Andrea Cozzolino, l’ex eurodeputato Antonio Panzeri per il quale in precedenza aveva lavorato Giorgi, Luca Visentini, segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati (Ituc) e il segretario generale della ong No peace without justice Alessandro Figà Talamanca. In Italia, in provincia di Bergamo, sono state ristrette ai domiciliari la moglie e la figlia di Panzieri, in esecuzione di un mandato di arresto europeo. Sono sospettate di far parte come il loro familiare della rete di lobby illecita che ha favorito gli interessi del Qatar. Il paese in coda a tutte le classifiche di rispetto dei diritti umani che tuttavia è riuscito a farsi assegnare i mondiali di calcio, attualmente in corso.
I magistrati di Bruxelles hanno fornito solo pochi dettagli dell’inchiesta, senza neanche ufficialmente parlare dello stato del Qatar il cui ruolo è stato ricostruito dalla stampa belga. Stampa che ieri ha riferito del ritrovamento di sacchi di banconote nell’abitazione di Bruxelles di Kaili durante la perquisizione. Circostanza che potrebbe spiegare come mai l’eurodeputata, che gode dell’immunità dagli arresti, sia stata fermata: vale l’eccezione per i casi di flagranza. Ieri pomeriggio la Corte di Appello di Brescia ha convalidato la richiesta di arresto della moglie e della figlia di Panzeri, riservandosi di decidere sulla richiesta di estradizione in Belgio e concedendo i domiciliari. Secondo gli atti, le familiari di Panzeri sarebbero state pienamente consapevoli dell’attività illecita dell’ex eurodeputato, nelle carte degli inquirenti belgi ci sarebbero intercettazioni in cui la famiglia parla di doni e vacanze per 100mila euro. Nell’udienza a Brescia le due donne hanno detto di essere all’oscuro di tutto.
Panzieri è stato il fondatore tre anni fa di una ong con sede a Bruxelles, Fight impunity, attiva nel campo dei diritti umani. L’ex eurodeputato, a Bruxelles per tre legislature, è stato presidente del sotto comitato per i diritti umani. Ieri la polizia è stata anche nell’ufficio di un’altra eurodeputata del gruppo Socialisti e Democratici, la belga Marie Arena, non indagata, che è succeduta a Panzieri alla guida del sotto comitato e in particolare è stato perquisito l’ufficio di una assistente di Arena anche lei associata a Fight impunity. Ieri i media hanno riferito di dimissioni di massa dal consiglio onorario di questa ong, della quale stando al sito fanno parte Emma Bonino, Federica Mogherini, l’ex commissario europeo all’immigrazione Avramapoulos e l’ex primo ministro francese Bernard Cazeneuve .
Manon Aubry
Durante la negoziazione della mia risoluzione sui diritti umani ho avvertito che alcuni colleghi ripetevano parola per parola la difesa del Qatar
Gli inquirenti, secondo la stampa belga, hanno sequestrato computer e documenti insieme a più di 600mila euro in contanti. Sono convinti di aver trovato le prove di un’attività che è andata ben oltre la consueta lobby e che è sfociata in corruzione e riciclaggio di denaro. Secondo un documento di cui è venuto in possesso anche il sito Politico.eu, Panzeri è sospettato di essere intervenuto presso il parlamento europeo, dietro pagamento, anche a beneficio del Marocco. Sotto i riflettori un serie di interventi nell’aula dell’Europarlamento del gruppo Socialisti e Democratici considerati adesso troppo morbidi verso il Qatar sulla questione dei diritti umani. In particolare Kaili recentemente, dopo un incontro con il ministro del lavoro del Qatar, ha sostenuto che anche se non tutto è risolto quel paese è «un capofila per i diritti del lavoro».
Tantissime le reazioni, tra le quali quelle di condanna del gruppo dei S&D che ha chiesto la sostituzione di Kaili come vicepresidente dell’aula (i vice di Roberta Metsola sono 14) che nel frattempo è stata espulsa dal partito socialista greco. Così come Panzeri è stato sospeso da Articolo 1, la formazione a cui aveva aderito uscendo dal Pd. Tra le conseguenze c’è anche quella che sarà molto probabilmente bloccato il voto sulla facilitazione dei visti per i viaggiatori provenienti dal Qatar e dall’Iraq nei paesi dell’Unione, dossier a lungo trattato che proprio domani doveva approdare alla svolta decisiva. La co presidente del gruppo The Left al parlamento di Bruxelles, la francese Manon Aubry, ha ricordato ieri di aver «già lanciato l’allarme sull’aggressiva attività di lobbying del Qatar sulla risoluzione che avevo ottenuto per denunciare le sue violazioni dei diritti umani. Durante la negoziazione del testo ho avvertito che alcuni colleghi ripetevano parola per parola la difesa del Qatar».Diritti