«Un allarme per l’umanità». Così ieri all’apertura ufficiale del vertice (virtuale) dei Brics ospitato dalla Cina – primo consesso internazionale ad accogliere Vladimir Putin – il presidente Xi Jinping ha definito la guerra in Ucraina. Allarmante sì, ma Pechino evita ancora di condannare l’invasione russa, come del resto fanno gli altri esponenti di quel mondo non occidentale che tenta la propria via verso la globalizzazione.
Nessuna condanna da Brasile, India e Sudafrica, mentre la Cina ha proseguito con la narrativa cara a Xi: «No all’espansione delle alleanze militari e alla ricerca di sicurezza a spese degli altri». Messaggio molto poco velato alla Nato.
Xi Jinping
«No all’espansione delle alleanze militari e alla ricerca di sicurezza a spese degli altri»
Di soluzioni in merito alla guerra in Ucraina però il presidente cinese non ne ha date. Le ha, a modo suo, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ieri in conferenza stampa ribadiva la posizione di Mosca: la ripresa dei negoziati e la definizione di un piano di pace sono possibili se Kiev rispetterà le condizioni poste dalla Russia. Alla domanda dei giornalisti, su quali fossero, Peskov ha risposto con un secco: «Kiev sa tutto molto bene».