Accedi Registrati

Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *

RUSSIA. La governatrice della Banca centrale russa è stata l’unica a parlare apertamente di redistribuzione al Forum di San Pietroburgo. Parabola opposta per l’ex deputata Poklonskaya, in disgrazia per un post contro la guerra
L’ascesa di Elvira Nabiullina e l’ombra  della successione allo «zar» Putin Elvira Nabiullina

Di Elvira Nabiullina si diceva poche settimane fa: lascerà la guida della Banca centrale; sicuramente se ne andrà; non ha accettato la guerra in Ucraina. Da allora Nabiullina non solo è rimasta al suo posto; non solo ha ricevuto il terzo mandato a Bank Rossii; ma il suo peso negli equilibri politici interni sembra crescere giorno dopo giorno. Tant’è che, giovedì, al Forum economico di San Pietroburgo, ha messo da parte il linguaggio da banchiere e ha detto di fronte ai massimi dirigenti del paese: il Pil è un indice efficace per capire come si muove l’economia, ma la cosa più importante è il livello di benessere dei cittadini, anche perché la distribuzione della ricchezza in Russia resta un tema scottante. È stata l’unica a esprimersi in modo così netto sulle condizioni in cui il paese versa. Viste le circostanze è sorprendente che nessuno in Europa l’abbia ancora chiamata “zarina”, che nessuno abbia ancora immaginato l’esistenza di piani per sostituire Vladimir Putin al Cremlino.

È STATO PROPRIO PUTIN, nel 2007, nel corso della parentesi da primo ministro, a volere Nabiullina al suo fianco come ministra dello Sviluppo economico. Cinque anni più tardi, quando è tornato al Cremlino, Putin ha portato Nabiullina con sé nell’Amministrazione presidenziale. Quindi il passaggio alla Banca centrale.

Oggi, a 59 anni, Nabiullina occupa una posizione unica nel panorama politico russo. Probabilmente non è in linea con le posizioni di Putin, a partire proprio dalla guerra. Non avrà la forza necessaria per condizionarne le scelte. Ma può portare avanti una sua agenda, sulla base dell’autonomia che l’incarico di banchiere centrale le garantisce. Nel suo intervento a San Pietroburgo Nabiullina ha avvertito che “le condizioni esterne sono cambiate forse per sempre” e che la Russia dovrebbe ripensare al suo modello di sviluppo.

Putin ha risposto il giorno seguente sempre al Forum economico: “Non ci chiuderemo, non seguiremo mai la strada dell’autoisolamento”. Già in precedenza il capo del Cremlino aveva fatto intendere di considerare l’autarchia fra le ragioni del fallimento dell’Unione sovietica. Nel suo discorso Putin si è soffermato a lungo sulle prospettive economiche del paese, ha parlato del bilancio del federale, dei tassi di interesse, di piani che dovrebbero garantire sviluppo nei prossimi anni anche attraverso nuove infrastrutture. Toni trionfalistici, parole di sfide all’occidente, molta retorica, ma poche risposte all’”uomo della strada”. È stata quindi Nabiullina a lanciare il messaggio più forte dal punto di vista politico.

Se la parabola di Nabiullina è in ascesa, quella di un’altra donna in vista ai piani alti di Mosca, Natalia Poklonskaya, sembra avere definitivamente assunto la tendenza opposta. Poklonskaya, di nazionalità ucraina, ha sostenuto nel 2014 l’annessione russa della Crimea, il che le ha permesso di ottenere incarichi pubblici, un posto da ambasciatrice e anche un seggio alla Duma.

QUESTA SETTIMANA un video contro la guerra pubblicato sui suoi popolarissimi canali social sembra esserle costato il favore del Cremlino. Putin in persona ha emesso il decreto con cui è stata di fatto esclusa dalle numerose mansioni che le erano state assegnate nell’amministrazione russa.

Sin qui l’attenzione degli osservatori stranieri è stata rivolta a possibili crepe nell’apparato politico, nei ranghi dell’esercito e nella struttura dei servizi segreti. Ma è fra gli economisti, e quindi fra i colleghi di Nabiullina, che si sono registrate le defezioni più significative. Dal team dei consiglieri di Putin se n’è andato Anatoly Chubais, l’uomo delle privatizzazioni degli anni Novanta, fuggito dalla Russia pochi giorni dopo l’inizio della guerra. L’ultimo incarico importante di Chubais è stato a Rosnano, la società pubblica che si occupa di innovazione. Putin ha incontrato in settimana il suo successore, Sergey Kulikov, quarantasei anni, che arriva dalla Commissione federale dell’industria militare. Con lui ha discusso i possibili sviluppi di Rosnano, orientata a questo punto sempre più verso il comparto bellico.