«NO GAS, NO NUKE». Sabato 21 maggio manifestazioni in tutta Europa, anche a Milano e a Roma
Il gasdottoYamal in Germania - Patrick Pleul /dpa via Ap
Oggi, sabato 21 maggio, in Europa cittadini, associazioni e movimenti ecologisti si mobilitano contro la proposta di tassonomia – la classificazione degli investimenti “verdi” – della Commissione Ue, che include gas e nucleare tra le fonti sostenibili, equiparandoli alle energie rinnovabili.
La proposta della Commissione, oltre ad essere una clamorosa operazione di greenwashing, contribuirebbe a dirottare nei prossimi anni, quelli decisivi per affrontare la crisi climatica, una enorme quantità di risorse economiche verso il fossile e il nucleare, sottraendole agli investimenti per l’efficienza energetica, il risparmio dei consumi e le rinnovabili.
In Italia una coalizione di 27 sigle aderisce alla mobilitazione con
eventi organizzati a Roma (ore 16 dalla Metro Colosseo per una biciclettata fino a Piazza Santi Apostoli) e a Milano (al Palazzo delle Stelline, in Corso Magenta) e un flash mob in ambedue le città alle ore 17.
La mobilitazione è promossa da Associazione Forum Ambientalista Odv, Asud onlus, Comitato S.O.L.E., Disarmisti esigenti, Earth Day Italia, Fridays for Future, Greenpeace Italia, Gruppo Melitea, Isde, L.E.A. Berta Càceres, Legambiente, Link, Mondo senza Guerre e senza Violenza, No al Fossile Civitavecchia, Piazza048, Reca, Rete degli Studenti, Rete Ecosistemica Roma, Rete No Hub del Gas, Sbilanciamoci, Ultima Generazione, Unione degli Studenti, Unione degli Universitari, Up – Su la testa!, Wilpe Italia, Wwf Italia.
L’obiettivo è che questa proposta – un attacco alla transizione ecologica – venga respinta dal parlamento europeo.
Anche se la Commissione e la maggior parte dei governi Ue (tra cui il nostro), si sono ormai già espressi in maniera favorevole, resta però la possibilità di una bocciatura da parte di Strasburgo. C’è la possibilità, infatti, che si crei una maggioranza trasversale composta da Verdi, Socialdemocratici, Sinistra e una parte dei Popolari e dei Liberali, che voti contro la proposta di tassonomia, sia nelle commissioni parlamentari che nel voto finale in plenaria previsto a luglio.
Oltre agli effetti sempre più evidenti della crisi climatica, anche le cause del conflitto in Ucraina, così come del caro bollette ad essa connesso, dovrebbero spingerci a mettere da parte fonti che ci rendono politicamente deboli e ricattabili, in favore di modelli incentrati sulla produzione locale e diffusa di energia rinnovabile.
Da questo punto di vista un segnale incoraggiante è arrivato dal “Repower Eu” proposto dalla Commissione Europea che va in parte nella giusta direzione per superare la dipendenza energetica da Mosca e accelerare la transizione.
Positivi gli interventi previsti per fonti pulite, l’efficientamento e comunità energetiche; da bocciare, invece, la previsione di nuovi investimenti fossili, soprattutto per rigassificatori e gasdotti, così come l’assenza nel pacchetto di Bruxellex di uno stanziamento di nuove risorse, ma semplicemente una rimodulazione di quelle già esistenti.
In Italia la mobilitazione sarà anche una risposta al clima di repressione del movimento ecologista degli ultimi mesi e alla perquisizione di giovedì mattina a casa di 3 attivisti di Fridays for Future Milano, ai quali viene contestata un’azione alla sede Gazprom, multinazionale del gas russo, in occasione dello Sciopero Globale per il Clima del 25 Marzo.
Invece di chiudere i rubinetti del gas russo, si criminalizza chi mette in luce il legame tra gas, guerra e crisi climatica. Il voto europeo sulla tassonomia può sembrare una questione lontana, ma in realtà contribuirà a definire il nostro futuro e delle prossime generazioni. Il fatto che associazioni e movimenti si uniscano in un percorso di mobilitazione comune a livello europeo rappresenta una speranza da cui partire per una giusta transizione verso un nuovo modello ecologico.
*Segreteria nazionale Legambiente