L'incontro. In mille alla kermesse romana: «Proviamo a condizionare l’agenda del centrosinistra». Conte e Letta in collegamento. Il leader Pd: insieme possiamo vincere
L'evento di sabato a Roma con Elly Schlein
Enrico Letta e Giuseppe Conte, in collegamento, arrivano a definirsi «progressisti visionari». Per lei, la protagonista della giornata, Elly Schlein, dicono più di una cosa di sinistra, dalla giustizia sociale all’ambiente. È evidente che i capi di Pd e M5S la considerano partner integrante del futuro campo progressista, front-woman dell’arcipelago rossoverde che per ora è smarrito in mille rivoli e privo di una leadership unificante.
LEI, LEADER RILUTTANTE, non sembra cercare il replay delle regionali 2020, quando si offrì di coprire a sinistra Stefano Bonaccini con la lista Coraggiosa, nella battaglia a mani nude contro l’allora fortissimo Salvini in Emilia. Non vuole, almeno per ora, dar vita a una sorta di nuova Sel, l’alleato rossoverde di Bersani nel 2013. «Non siamo qua per lanciare soggetti politici, né liste elettorali», chiarisce subito aprendo i lavori di « Visione comune», ieri nel parco post-industriale sulla Prenestina, periferia di Roma. «Ma per mettere in rete le nostre tante reti, per battaglie contro le diseguaglianze e per salvare il pianeta: questo è un luogo in cui scambiarci pratiche, portandole nei quartieri, nei parlamenti, nelle assemblee comunali e regionali, nelle piazze, riallacciando i fili dell’ascolto con quello che succede nelle società e con le mobilitazioni delle nuove generazioni».
L’EVENTO IN REALTÀ è una maratona di oltre otto ore, oltre 70 gli oratori, intersezionali per definizione: protagonisti di lotte su ambiente, energia, diritti civili, immigrazione, lavoro. Una maratona che è anche un modo per conoscersi e riconoscersi. Ci sono esponenti del Pd come Alessandro Zan (che suona la carica in vista della riapertura della discussione sulla sua legge a fine aprile), e Pierfrancesco Majorino con il suo netto no all’aumento delle spese militari (che il Pd ha votato), grillini come Roberta Lombardi e Max Bugani, l’ecologista Rossella Muroni. E poi Roberto Speranza e Arturo Scotto di Articolo1, Nicola Fratoianni di Sinistra italiana. E decine di attivisti locali, come Marco Grimaldi, consigliere regionale del Piemonte, che ha raccontato la sua battaglia solitaria per far pagare più tasse ai giganti del web.
C’ERA LA DOMANDA di un nuovo partito e di una nuova leader? «Sinceramente no», dice Schlein al manifesto. «Non vogliamo federare le esperienze esistenti, ma sfidarle a uscire dai loro recinti senza volerne costruire uno nuovo. Come abbiamo verificato a Bologna, le alleanze fatte a tavolino dal ceto politico non funzionano. E non riportano le persone a votare. Funziona solo se parti dalle battaglie concrete, e su quelle crei una amalgama che unisce i partiti con quello che sta al di fuori. È così che si può incidere sull’agenda del centrosinistra, anche a livello nazionale».
La lista delle battaglie è lunga: energie rinnovabili, comunità energetiche, scuola, lavoro sostenibile, salario minimo, diritti dei lavori digitali, riduzione dell’orario lavorativo a parità di salario, congedi parentali, discriminazioni di genere, tasse alle multinazionali, diritti civili. «Ci vuole radicalità e allo stesso tempo capacità di mettere a terra progetti di giustizia sociale e ambientale», dice Schlein.
CONTE E LETTA NON SI sottraggono. Il leader M5S definisce il salario minimo «un punto nevralgico» e cita l’impegno del M5S su fronti come le rinnovabili, la riduzione dell’orario di lavoro, la tutela dell’ambiente, l’allungamento dei congedi per i padri. Letta sottolinea la «profonda sintonia con Conte», l’«osmosi» tra le forze progressiste che ha aperto spiragli in Parlamento per una legge sullo “ius scholae” per dare la cittadinanza ai figli degli immigrati. «Stiamo facendo passi avanti importanti», dice Letta, che ribadisce il suo sostegno a Zan e ricorda anche la battaglia parlamentare sul suicidio assistito. «Tra noi c’è una amalgama che ci porta a lavorare bene insieme, siamo una comunità che saprà offrire un progetto vincente alle elezioni». «Da solo nessuno di noi può raggiungere gli obiettivi», gli fa eco Conte.
IN TANTI INSISTONO sul tema delle diseguaglianze e della redistribuzione di ricchezza e potere. «Non basta parlare di contrasto, vanno sconfitte», dice Giuseppe De Marzo. «La battaglia sul clima deve essere la leva per migliorare la condizione dei più vulnerabili, altrimenti non crei un blocco sociale», avverte Fabrizio Barca, padre nobile di questa giornata. «Non si risponde alle conseguenze della guerra con più armi e più idrocarburi». Concetto ribadito con forza da Fratoianni.
Giuseppe Provenzano, vicesegretario del Pd, prova lanciare la palla avanti: «Una visione comune c’è, quello di cui abbiamo bisogno è uno spazio politico organizzato che è quello che non c’è stato a sufficienza fin qui, che trovi una unità». «Oggi ci sono state più di mille persone, questo è solo l’inizio», chiude Schlein.