Movimento 5 Stelle. Intervista a Francesco Silvestri
Francesco Silvestri
Francesco Silvestri, deputato romano e tesoriere del gruppo alla Camera, è stato il coordinatore della campagna elettorale di Virginia Raggi per il Movimento 5 Stelle. Dovendo fare un bilancio delle ultime settimane, descrive un percorso «molto difficile» segnato anche da una disparità di spesa economica: «Noi non prendiamo finanziamenti da nessuno – ricorda – Il che significa che avevamo poche risorse da investire, rispetto a uno come Carlo Calenda ad esempio».
Cosa non ha funzionato?
Per giudicare bene l’amministrazione Raggi bisogna tener conto della situazione ereditata dal passato, ovvero una città travolta dagli scandali di Mafia Capitale. Mentre il prossimo sindaco potrà contare su basi solide perché Raggi ha ricostruito la macchina amministrativa dalle fondamenta facendo tornare centrali temi come legalità e trasparenza. Persino le agenzie di rating hanno certificato tali miglioramenti, ma ciò evidentemente non è stato percepito dai cittadini. E questo è stato un problema. Poi avremo sicuramente commesso degli errori come ha ammesso la stessa Raggi, la quale – va ricordato – ha subito un’asfissiante campagna denigratoria durante l’intero mandato.
Che insegnamento ricava il M5S da tutto ciò?
Chi pensa che Conte sia un mago sbaglia: ha preso in mano i 5 Stelle ma il nostro è un progetto a medio-lungo termine. Intanto dobbiamo iniziare a prendere posizioni forti e chiare. Per fare un esempio la Bce sostiene che nei prossimi anni arriveranno circa 300 miliardi di crediti in sofferenza e che circa 300 mila immobili potrebbero finire nel mercato delle aste. Si tratta per lo più di immobili commerciali quindi non parliamo solo di famiglie e soggetti fragili ma anche del settore produttivo. Ci sono partite Iva che spariscono. Dobbiamo essere presenti nella vita reale delle persone. Questo è il Dna del M5S e su questo fronte Conte ha enormi potenzialità. Dobbiamo tornare a rappresentare chi non è mai stato tutelato dai partiti tradizionali, in fondo sono le stesse persone che in questi due anni hanno sofferto più di altre gli effetti della pandemia.
Quando parla di proposte chiare considera che il governo Draghi sia il contesto migliore per formularle?
Il governo Draghi è un esecutivo istituzionale dovuto all’emergenza pandemica e che al suo interno ha una maggioranza eterogenea. In questo contesto lo spazio esiste se riesci a guadagnartelo. Niente ci è dovuto, sta alla forza della nostra struttura ricavarsi l’agibilità politica per sostenere i cittadini in difficoltà, aiutare le imprese, riformare il fisco.
Lei è uno di quelli che ha presentato il progetto di legge sulla riforma dell’amministrazione di Roma, dei suoi poteri e dei fondi che riceve. Lavorerà su questo fronte anche con il prossimo sindaco?
Stiamo lavorando sulla macchina, non sul pilota. Lo facciamo come Movimento 5 Stelle e come parlamento, poi sta ai cittadini decidere chi guiderà quella macchina.
Michetti e Gualtieri per voi si equivalgono?
Premesso che la mia candidata era Raggi, concordo con Conte sul fatto che è impossibile una convergenza con questa destra. Non li sosterremo mai. Quello schieramento, tra l’altro, non fa parte dell’orizzonte al quale ci stiamo affacciando. Ma non possiamo spostare gli elettori come pacchi postali e dare indicazioni differenti da quelle che abbiamo dato fino a pochi giorni fa.
Quanto bisogna aspettare prima che Conte proceda con la ristrutturazione del M5S e comunichi le nomine interne?
La fretta in passato si è rivelata poco utile. Tra le nostre priorità Giuseppe Conte, giustamente, ha messo il radicamento sui territori ma ci vuole tempo per strutturarci e rafforzarci. Abbiamo appena iniziato un nuovo corso e le piazze piene in giro per l’Italia ci dimostrano che il Movimento 5 Stelle dirà ancora la sua.