La manifestazione che anticipa la Pre-Cop26 è stata aperta a Milano dal titolare del dicastero alla Transizione ecologica. La fondatrice dei Fridays for future attacca la politica: "Basta blablabla, sono 30 anni che sentiamo chiacchierare"
Greta Thunberg e Roberto Cingolani a confronto sullo stesso palco, davanti alla platea di 400 giovani delegati del Youth4Climate. L’ennesimo duro attacco all’inconcludenza della politica da parte della fondatrice dei Fridays for future è arrivato dalla manifestazione di Milano, pochi minuti dopo che il ministro della Transizione ecologica italiano, che faceva gli onori di casa, aveva chiesto ai giovani che oltre le “utili proteste” “aiutino a trovare nuove soluzioni”. “I nostri leader difettano di azione ed è intenzionale”, è stata la risposta dell’attivista. “Fanno finta di avere ambizioni contro i cambiamenti climatici, ma continuano ad aprire miniere di carbone e a sfruttare giacimenti, senza aumentare i fondi ai Paesi vulnerabili. Selezionano giovani come noi facendo finta di ascoltarci, ma non è vero. Non ci hanno mai ascoltati”. Greta Thunberg si è scagliata contro le parole vuote dei nostri esponenti politici: “Dobbiamo lavorare per una transizione senza traumi, perché non c’è un piano B o un piano blabla. Sentiamo dai nostri leader parole, parole altisonanti che non sono diventate niente. Basta blablabla, sono 30 anni che sentiamo chiacchierare e dove siamo? La crisi climatica è sintomo di una crisi di più ampio respiro, la crisi sociale della ineguaglianza, che viene dal colonialismo. Una crisi che nasce dall’idea che alcune persone valgono più di altre”.
Thunberg: “Le nostre speranze annegano nelle promesse vuote dei leader” – Entrando nel merito, Thunberg ha anche detto che “quando parlo di cambiamento climatico” pensa “a posti di lavoro, posti di lavoro verdi. Il cambiamento climatico non è solo una minaccia, è soprattutto un’opportunità di creare un pianeta più verde e più sano. Dobbiamo cogliere questa opportunità. E’ una soluzione win-win, sia per lo sviluppo che per la conservazione”. Ma, ancora una volta, sono politica e capi di Stato a fermare ogni evoluzione: “Le nostre speranze, i nostri sogni annegano nelle vuote promesse dei leader di tutto il mondo, ma possiamo farcela. Possiamo avere una soluzione per lo sviluppo e la conservazione, ma servono collaborazione e forza di volontà per fermare i cambiamenti. Non si può risolvere una crisi che non si conosce”. Il suo intervento si è chiuso con la platea che in coro rispondeva agli appelli di Greta Thunberg: “Cosa vogliamo? Giustizia climatica. Quando la vogliamo? Ora”. Dopo Cingolani e prima della fondatrice dei Fridays for future ha parlato Vanessa Nakate, attivista ugandese contro il cambiamento climatico, che ha ricevuto la standing ovation della sala. Il suo discorso ha posto l’accento sulle disuguaglianza sociali e di come il cambiamento climatico abbia effetti e costi diversi in ogni Paese. “L’Africa è responsabile solo del 3% delle emissioni globali, ma gli africani subiscono gli impatti maggiori del cambiamento climatico” ha dichiarato.
Cingolani: “Io e Greta abbiamo detto le stesse cose, ma in modo diverso” – Ad aprire i lavori della Youth4Climate, che anticipa appunto la Pre Cop26 dei leader, è stato proprio il ministro Cingolani, che con i Fridays for future ha avuto già numerosi scontri: l’ultimo e il più netto è stato dopo che ha accusato “gli ambientalisti radical chic e oltranzisti” di essere “peggio” dell’emergenza climatica”. Ma non era la prima volta che si registravano tensioni sui dossier curati da Cingolani: dalle trivelle agli inceneritori fino alle auto elettriche. Gli stessi Fridays for future italiani lo hanno accusato di “lavorare per interessi diversi da quelli della scienza”. Oggi il ministro ha esordito chiedendo un contributo concreto da parte dei giovani delegati: “Vogliamo ascoltare le vostre idee, le vostre proposte, le vostre raccomandazioni perché abbiamo bisogno della vostra visione, della vostra motivazione e del vostro coinvolgimento”, ha detto. “Uniamo le forze, non dobbiamo rinunciare al nostro futuro, al futuro del nostro pianeta. Siete intervenuti per questo, ma ricordate per cortesia, e questo ve lo dico da scienziato e da padre di tre bambini, che il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali globali vanno trattati insieme”. E ha aggiunto: “Non esiste un’unica soluzione. E spero che oltre a protestare, estremamente utile, ci aiuterete ad identificare nuove soluzioni visionarie. Questo è quello che ci aspettiamo da voi”.
Il ministro della Transizione ecologica, parlando poi con i giornalisti, ha commentato l’attacco di Greta Thunberg alla politica. “Lo avevo detto in termini un po’ diversi”, ha spiegato il Ministro, “dicendo che è impossibile separare il cambiamento climatico dalle disuguaglianze globali. La stessa definizione di transizione ecologica cambia a seconda del Paese in cui si vive, se in uno del G7 o in uno molto vulnerabile”. “Questo – ha proseguito Cingolani – non ci aiuta e complica le cose in quello che è successo e in questo processo in cui tutti abbiamo fretta”. “Al di là dei modi di esprimersi diversi, legati anche a fattori generazionali sono state dette le stesse cose: la crisi climatica è chiara a tutti, ma c’è anche una crisi di disuguaglianza globale che pesa su quella climatica e subisce la crisi climatica in modo diverso, lo hanno tutti chiaro”.