VANESSA RICCIARDI su il Domani
LA DETENZIONE IN EGITTO
Non c’erano notizie di interrogatori sin dal suo arresto, quando era stato interrogato per ore nella sede della National Security Agency. Le indagini sono tuttora in corso, per il portavoce di Amnesty International, Riccardo Noury, potrebbe semplicemente essere una mossa per giustificare la detenzione
La detenzione di Patrick Zaki è stata prorogata di altri 45 giorni, ma c’è una novità: la procura ieri ha deciso di interrogarlo. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, ha ricordato che non accadeva da molto tempo: «La coincidenza con la sessione di indagine e l’udienza potrebbe anche solo essere una mossa per giustificare il fatto che lo trattengono».
Sin dall’arresto di Patrick, il 7 febbraio del 2020, non c’erano notizie di interrogatori. All’epoca lo studente dell’università di Bologna di ritorno in Egitto era stato prelevato all’aeroporto e interrogato per diverse ore nella sede della National Security Agency. La pagina Facebook che hanno dedicato a Patrick i suoi amici ha commentato gli ultimi sviluppi: «I due aggiornamenti su Patrick Zaki – la proroga e l’interrogatorio – ci confondono ulteriormente, perché non sappiamo quale destino lo attenda nel prossimo futuro».
Nello specifico, riportano, la Corte d'Appello ha ordinato altri 45 giorni di detenzione preventiva, in attesa delle indagini, e martedì si è tenuta la sessione investigativa da parte della procura suprema di sicurezza dello Stato, una misura presa per la prima volta dalla prima settimana del suo arresto, nel febbraio 2020.
L'indagine è durata più di due ore, durante le quali Patrick «è stato interrogato nel dettaglio sulla natura del suo lavoro, sui suoi progetti di ricerca passati e sul suo background formativo». Gli amici e attivisti che sostengono Zaki hanno aggiunto: «Speriamo che le nuove misure non siano un'indicazione di sviluppi negativi, che renderebbero la sua vita ancora più difficile» e allo stesso tempo che «con la ripresa delle indagini, emerga presto la sua innocenza e che la falsificazione del verbale di arresto sia chiarita - continuano. La verità, concludono, «è che questi nuovi sviluppi potrebbero avere un impatto positivo o negativo sul caso».