Passaggio senza cambiare una virgola, quello del dl scuola alla camera. Il decreto, approvato la scorsa settimana con un voto di fiducia dal senato, dopo quaranta giorni di trattativa nella maggioranza sulla questione dei concorsi dei prof (poi cancellati), deve essere convertito in legge entro il 7 giugno pena la decadenza. Ieri mattina è iniziato il dibattito, ma già nel pomeriggio il governo ha posto anche in questo ramo la questione di fiducia. Verrà votata oggi pomeriggio. Dopo le complicate le operazioni delle urne nell’era Covid inizierà l’esame degli ordini del giorno e andranno avanti fino a venerdì, quando dovrebbe arrivare il voto finale sul decreto. Le opposizioni promettono di usare fino all’ultima possibilità per ritardare il voto. Radicale il dissenso sul decreto e sulla conduzione della preparazione del nuovo anno scolastico da parte della ministra Azzolina (che ieri non si è presentata in aula all’esordio dell’iter del testo).
Ma la vera contestazione al governo avviene fuori dalle aule parlamentari e dentro quello scolastiche. I sindacati dei prof hanno convocato uno sciopero per il prossimo 8 giugno, ma oggi incontreranno la ministra . «Il governo pone la fiducia sul dl scuola e ancora non si preoccupa di trovare le risorse e che alla scuola servono davvero», attacca la Flc Cgil, «La ripresa a settembre è strettamente legata ai numeri del precariato, un legame che non si può nascondere perché all’inizio del prossimo anno scolastico tutti i nodi verranno al pettine. Ed è un tema che il dl scuola non risolve, rinviando le assunzioni possibili al prossimo anno». Per il sindacato a settembre saranno 200 mila le cattedre prive di un titolare, che significherà «nomine di supplenti che dureranno per settimane a scuola iniziata, con l’impossibilità di smistare gli alunni senza insegnante nelle altre classi, come si fa di solito, perché bisognerà garantire il distanziamento. Negli altri paesi gli interventi per riaprire le scuole in sicurezza, con organici aggiuntivi e classi ridotte sono mirati e tempestivi».