Elly Schlein: «Verdi dal cuore rosso. Con Bonaccini per essere decisivi»
intervista di Giovanni Stinco da "il Manifesto del del 22 gennaio 2020
Regionali. Elly Schlein guida la lista ecologista di sinistra Emilia-Romagna Coraggiosa: «Vogliamo condizionare il governo della regione»
Lo ha incontrato per caso durante una serata di campagna elettorale nel bolognese. E lì Elly Schlein, di fronte a Matteo Salvini, non ha resistito alla tentazione di chiedergli conto per l’ennesima volta di due anni di assenze a Bruxelles, quando entrambi sedevano sui banchi dell’Europarlamento e il tema all’ordine del giorno era la gestione dei migranti e il trattato di Dublino. Il risultato è stato immortalato in un video che ha fato decine di migliaia di visualizzazioni, con Salvini in imbarazzo e costretto a guardare per 80 lunghi secondi l’amato smartphone. Poi, a corto di risposte, al leader della Lega non è rimasto che bofonchiare un «ma io le riunioni che contavano le seguivo». «Semplicemente non è vero», spiega Schlein, che lasciato l’Europarlamento sta ora affrontando una nuova avventura, quella delle elezioni regionali guidando la lista ecologista e di sinistra. Si chiama Emilia-Romagna Coraggiosa e ha messo assieme candidature politiche (Sel, Art1, civiche e, appunto, ecologiste.
Schlein, non è la prima volta che chiede conto a Salvini delle sue assenze. Questa volta una risposta è arrivata
Salvini è stato ministro dell’interno, dovrebbe sapere che uno dei problemi maggiori per l’Italia resta il regolamento di Dublino perché quel testo ha bloccato e blocca in modo ingiusto nel nostro paese migliaia di richiedenti asilo. Non ha alcun senso che un partito che parla quotidianamente di immigrazione non partecipi a due anni di lavoro negoziale e a 22 riunioni, eppure è andata così. Lui non si è mai fatto vedere, nemmeno per sbaglio.
Nei suoi comizi Salvini promette di dare le case popolari prima agli emiliani.
La lega furbamente solleva questioni reali a cui non dà mai risposta concreta e efficace. Con Emilia-Romagna Coraggiosa abbiamo girato tutta la regione per capire le difficoltà delle persone, e sulla casa proponiamo un piano concreto. Vogliamo che si azzeri il numero di appartamenti pubblici inutilizzati e che i Comuni siano incentivati nel mettere in campo soluzioni intermedie: ci sono tante coppie che non hanno i requisiti di reddito per accedere a una casa popolare, ma nemmeno guadagnano abbastanza per affittare una casa sul libero mercato. A che serve agitare davanti a loro
lo spauracchio dei migranti o del colore della pelle? Non risolve i problemi di nessuno e aumenta solo la tensione sociale.
In questa campagna elettorale le figure di Bonaccini e di Borgonzoni hanno polarizzato il dibattito. C’è posto per una proposta di sinistra?
È un rischio di cui eravamo consapevoli. Noi abbiamo un simbolo nuovo perché la nostra è un’operazione politica e culturale nuova. Il nostro simbolo è verde perché quello è il colore del futuro che vogliamo dare alle nuove generazioni. Ma ha anche un cuore rosso che ci ricorda come non esista giustizia ambientale senza giustizia sociale.
Non sempre però siete andati d’accordo con il Pd, neppure in campagna elettorale. In caso di vittoria come vi gestirete i prossimi 5 anni?
Siamo l’unica forza di sinistra e ecologista che sostiene Bonaccini. Io rispetto chi farà scelte diverse dalle nostre, ma quando si inizia a pensare di non potere condizionare il governo della Regione allora si parte già troppo deboli. Noi quel governo vogliamo condizionarlo e molto dipenderà dal voto di domenica. Lo dico chiaramente: puntiamo a eleggere un numero di consiglieri decisivo per la prossima maggioranza. Allora vedremo davvero cambiare gli equilibri sui temi ambientali e sociali.
Nel vostro programma si parla di clima e giustizia ambientale. Cosa c’è di concreto?
Bonaccini ieri ha annunciato di voler garantire trasporti gratuiti ai giovani della regione. È una nostra proposta che il candidato presidente ha fatto sua, ed è un bene. Qualcosa di concreto che diminuirà le emissioni causate dagli spostamenti in auto, incentiverà l’utilizzo del trasporto pubblico e nello stesso tempo garantirà risparmi importanti alle famiglie. Ecco cosa intendiamo quando diciamo che vogliamo essere decisivi.
Lei parla spesso di un patto per il lavoro dignitoso. Come si fa con gli strumenti di una Regione a tutelare categorie ipersfruttate come i ciclofattorini?
Vogliamo mettere sempre in campo il peso politico e economico che può avere un’istituzione come la nostra, fare sedere tutte le parti al tavolo di trattativa e garantire a tutti i lavoratori i giusti diritti. La politica deve tornare a governare i processi tecnologici che non sono di per sé il male, ma solo se sono messi al servizio delle persone e se il loro valore aggiunto viene redistribuito. Gli algoritmi ci sono, bisogna costringere le imprese che li utilizzano a rispettare i lavoratori. Se non ci riesce l’Emilia-Romagna chi ci può riuscire?