Non si ferma il consumo di suolo in Emilia- Romagna malgrado la legge che dovrebbe portare a saldo zero.
Secondo il rapporto dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, la nostra regione nel 2018 ha consumato 381 ettari di terreno naturale ponendosi al quarto posto in Italia dietro Veneto, Lombardia e Puglia. A queste regioni viene addebitata la parte preponderante dei 51 chilometri quadrati di verde cancellati l’anno scorso nel nostro Paese, vale a dire 14 ettari al giorno, 2 metri quadrati al secondo e 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica assorbita in meno oltre a 250 milioni di metri cubi d’acqua piovana che è scivolata in fiumi e torrenti senza scendere nelle falde.
In regione, prendendo in esame i dati per provincia, la percentuale maggiore di suolo consumato spetta a Rimini con il 13,2%, seguita da Reggio che sfiora il 12% e da Modena con l’ 11,8%. Bologna si ferma al 9,3%.
Se si considera il consumo procapite, in testa c’è Piacenza con 775 metri quadrati, con a ruota Parma (697), Ferrara (568) e Reggio (515). Bologna con 341 è ultima, ma in virtù di una popolazione molto più ampia delle altre province.
Se si va a vedere il dato in ettari di terreno consumato nell’anno trascorso, la provincia capoluogo i regione spicca con 79 ettari bruciati, la maggiore estensione in assoluto.
Al secondo posto Modena e Piacenza con 58 ettari, quindi Parma con 46, Reggio con 37, Ferrara con 34, Ravenna con 31, Forlì- Cesena con 22 e Rimini in ultima posizione con 17.
L’analisi dell’Ispra prende però in esame anche i singoli Comuni capoluogo. E in questa particolare classifica spiccano Piacenza e Parma con 17 ettari cementificati nell’anno trascorso. Seguono due centri minori come Castel San Giovanni (Piacenza) e Castel San Pietro (Bologna), rispettivamente con 14 e 13 ettari. Reggio e Ravenna non sono da meno con 12 e 11 le quali precedono Gragnano trebbianese (Piacenza) con 10, Imola e Fiorano (Modena) con 9 mentre Ferrara chiude la classifica dei primi dieci con 8 ettari. Gragnano trebbianese ha il primato per consumo procapite con quasi 21 metri quadrati procapite all’anno di suolo consumato. Al secondo posto Mordano con 17,6. — v.v.