da huffingtonpost.it
Solo in Italia può accadere che un'eccellenza industriale e una donna di valore finiscano nell'occhio del ciclone per una legge scritta male. Novamont e la sua Ad Catia Bastioli raccontano il volto migliore del paese fatto d'innovazione industriale e di persone che sanno unire le competenze tecnico scientifiche a capacità manageriali. Altrove diventerebbero un esempio, in Italia vengono trascinati nel fango. Cosa è successo? Con il nuovo anno è scattata la messa al bando dei sacchetti ultraleggeri gratuiti destinati agli alimenti e la loro sostituzione con buste a pagamento biodegradabili.
In Europa, secondo le stime dell'Epa, si consumano circa 100 miliardi di sacchetti all'anno: un'enormità, di cui buona parte finisce dispersa in particolare in mare. Un biopolimero come il Mater-bi di cui sono composti i nuovi shopper si degrada negli impianti di compostaggio completamente. Puntare, dunque, sulla sostituzione delle buste di plastica tradizionali con prodotti compostabili è una partita che vale la pena giocare con un po' di lungimiranza.
Anche perché la chimica verde - che utilizza materie prime rinnovabili di origine agricola per realizzare una nuova generazione di prodotti e composti chimici a basso impatto per l'ambiente e per la salute - è uno dei fiori all'occhiello del nostro paese e, se sapremo giocare bene la partita, uno dei tasselli fondamentali del nuovo sviluppo italiano. Le bioplastiche non sono solo un'opportunità per minimizzare i rifiuti in plastica, ma una chiave per risolvere problemi ambientali, riducendo l'uso di materie prime fossili, le emissioni di anidride carbonica e i rischi legati alla dispersione di prodotti inquinanti nell'ambiente.
Sarà una coincidenza (non ci credo) ma aumentano gas e luce e la responsabilità secondo alcuni è delle rinnovabili; passa la norma sui sacchetti biodegradabili e la colpa è "dell'amica di Renzi" e dell'innovazione ambientale (Bastioli è amica dell'ambiente e le attività industriali sviluppatesi grazie alle sue invenzioni sono amiche del paese). A me tutto questo puzza di Medioevo: vogliono tenerci nell'era dei fossili e di come i cittadini possano vivere meglio non importa a nessuno! Possiamo, per esempio, legare la diffusione delle buste a una riduzione dei costi della tassa sui rifiuti fatta ai commercianti? Possiamo passare dalla tassa alla tariffa per premiare chi produce meno rifiuti dentro casa o nella propria attività commerciale? Possiamo essere un paese moderno e civile? Io ci credo. Venerdì 5 gennaio io e Pietro Grasso saremo in un impianto Novamont per parlare di lavoro pulito, di innovazione e di ricerca ovvero di quello che serve all'Italia... oltre a un Ministero dell'Ambiente che sappia fare il suo lavoro.
Rossella Muroni
* Coordinatrice della campagna elettorale di Liberi e Uguali. Già presidente Nazionale di Legambiente