Da attivista prestata per un solo mese alla politica (regionali 2020, candidata con i Verdi), e poi tornata demoralizzata all'attivismo indipendente, non ho grandi speranze, purtroppo, in queste elezioni amministrative. La campagna elettorale di gennaio mi ha fatto capire tante cose. La prima è che le logiche basse dei compromessi, del tacere, dell'obbedire, non fanno per me e non credo siano utili a questa umanità in crisi. Ho capito che è stupido fingere di fidarsi di chi ha una concezione sviluppista, di chi crede ancora nel cemento, nelle nuove strade e in una crescita economica infinita. Ho capito che la coalizione dei Verdi con il PD è stata quanto di più sbagliato si potesse fare e spero che non si ripeta questo errore nelle amministrative.
Siamo in un mondo che corre all'impazzata verso il disastro climatico e le blande promesse verdi dei nostri politici servono a ben poco, se non a ubriacarci di belle parole. Passata la sbronza, passate le pacche sulle spalle, siamo daccapo a cementificare, costruire villette, "fluidificare" il traffico....
Sono molto vicina all'idea e alla pratica di Extinction Rebellion, alla democrazia e all'attivismo dal basso e ho preso parte ad azioni di disobbedienza civile e continuerò a farlo sempre di più nel futuro. Mi sono messa a disposizione come indipendente, senza candidarmi, per dare una mano a scrivere i programmi. Ad oggi mi hanno chiesto un contributo nella stesura del programma, per gli aspetti ambientali, Potere al Popolo e Rifondazione Comunista.
Sono stata etichettata un'infinità di volte in questi anni, come estremista. "Estremista" per le piccoli grandi battaglie, estremiste per le scelte di “riduzione” che porto avanti, ma che in verità sono il minimo sindacabile per provare a risolvere la crisi ambientale (questa sì davvero estrema!!!).
Tornando alla elezioni...mi aspetto tante parole, tanta fuffa, e poca sostanza.
Basta guardare a come i politici trattano la mobilità sostenibile: le biciclette sono belle, simpatiche, ma solo se non danno fastidio alle auto, se stanno buone e zitte e in fila, se non "pretendono" altro spazio, se si "inchinano" ad ogni passaggio carrabile (di villa). Lo stesso ODG votato all'unanimità è stato un capolavoro di ipocrisia politichese: oltre alle belle parole green, si rassicura che non verranno “colpiti” gli interessi degli ”automobilisti” (in che senso?), inoltre si ipotizza l'installazione di nuove barriere (come quelle poste su via Marconi e via Modigliana) “solo” in altri “incroci pericolosi". Come Fiab, abbiamo quindi scritto a tutti i consiglieri, spiegando l'illegittimità della barriere esistenti, non previste dal CDS. Abbiamo spiegato che la Fiab ha da poco fatto un ricorso, che svela la totale mancanza di provvedimenti dietro le barriere (in parole povere sono abusive, messe lì dal Comune senza nessun diritto a farlo, senza nessuna motivazione scritta, senza che il CDS le prevedesse per quello scopo).
Una gravità inaudita che però non ha destato scalpore.
Il contesto faentino di mobilità ciclabile è quello di ciclopedonali spezzettate da cordoli, barriere, interruzioni illegittime (una settimana fa una signora è caduta sui cordoli che spezzano continuamente la ciclabile di Via Testi-Fornarina!). A Faenza lo spazio resta quasi totalmente destinato alle auto, da anni la zona pedonale non avanza di un cm, e siamo solo a circa l’ 1% del centro storico. Il Pair ci chiede entro il 2020 di portare la zone pedonale al 20%. Un traguardo rimandato al 2025....ad altri politici, ad altre promesse da marinai.
A Faenza, come dice il PUMS, la maggior parte degli spostamenti in auto sono brevi ed urbani, per tragitti facilmente percorribili in bici. E' un'abitudine, una pessima abitudine, ma i politici, invece che spronare, stimolare, disincentivare, e (anche) vietare, alzano le spalle e fanno ciò che conviene ai loro interessi di breve termine. Ponzio Pilato docet..
E' assolutamente necessario approvare il PUMS (e con Fiab e Legambiente stiamo facendo osservazioni migliorative), è necessaria una Consulta della Bicicletta, che venga interpellata per ogni progetto che riguarda la ciclabilità.
In tutti questi anni ho lottato duramente, assiduamente, ore e ore di volontariato, progetti, riunioni, energie infinite messe a disposizione del bene comune. Tanta delusione per i progetti boicottati o non terminati. Dagli incentivi sui pannolini lavabili (progetto promesso con un odg 2016 e non ancora realizzato), al bike to work (altro odg non rispettato), al progetto ecofeste al progetto sui negozi rifiuti zero (portati avanti a tentoni solo grazie alla fatica e testardaggine di noi volontari), alle strade scolastiche (una fatica unica e tante amarezze), alle recenti proposte di corsie ciclabili (non ancora viste).
Comunque vadano queste elezioni, mi faccio poche illusioni. Noi ambientalisti dovremo continuare a lottare, a testa bassa, come e più di prima, perché il tempo stringe. Con tanto coraggio e fermezza, serietà e determinazione. Dobbiamo proporre e pretendere ascolto, protestare e puntare i piedi, anche con atti di disobbedienza civile se necessario, senza mollare un solo centimetro. Credo che il cambiamento venga solo dal basso, da chi cambia in prima persona.
Linda Maggiori