CLIMA. Fridays For Future Italia: «Teniamo d’occhio il governo. Ora bisogna continuare a costruire la democrazia ogni giorno dal basso»
Il 25 l’Italia è andata a votare, non ci sono state grandi sorprese: lo schieramento più scelto dalla popolazione è stato l’Astensionismo, con un grande 36%. Già solo questo dato è un fallimento per la politica istituzionale, perché dimostra chiaramente che le persone non si sentono né rappresentate né parte di questa democrazia.
Noi, giovani attiviste e attivisti di Fridays For Future, abbiamo scelto un altro tipo di politica, che non si limita a parlare alle persone, ma che le sprona ad esprimersi, ad alzare la voce e scendere in piazza per difendere i diritti di tutti/e del pianeta. Venerdì 23 settembre abbiamo nuovamente riempito le piazze e le strade di 70 città italiane con 80.000 mila persone per chiedere giustizia climatica.
Non guardiamo alle elezioni come l’ultimo momento della vita politica, ma come un punto di passaggio, perché bisogna continuare a costruire la democrazia ogni giorno partendo dal basso.
Sappiamo che i politici degli schieramenti che hanno preso la maggior parte dei voti prendono in considerazione la crisi climatica solo marginalmente, e non affronteranno con giustizia le crisi sociali del nostro paese. Ma è una cosa che sapevamo anche prima della votazione. Gli incontri che abbiamo fatto con i grandi partiti hanno confermato come i politici siano ancora impreparati a gestire la crisi climatica. Questa legislatura ha una responsabilità enorme: i prossimi 5 anni sono cruciali per la crisi climatica. Secondo Climate Analytics, l’Italia ha tempo fino al 2030 per tagliare del 92% le sue emissioni di CO2, e questa legislatura dovrebbe durare fino al 2027. Se sceglieranno di continuare ad ignorare la crisi climatica toccherà a noi, cittadini, studenti, lavoratori, attivisti, persone comuni, far sì che questa crisi venga affrontata e in fretta.
Con la nostra “Agenda Climatica” abbiamo voluto far vedere che le soluzioni esistono già ma serve la volontà politica di attuarle.
Ne abbiamo discusso con tutti i partiti maggiori in incontri pubblici ma le nostre proposte non sono state prese in considerazione. Non ci faremo abbattere da questa classe politica, dobbiamo costruire una politica diversa. C’è un’onda che si è scatenata nelle strade pochi giorni fa, una marea di persone che non si lascerà spaventare dall’inerzia delle istituzioni.
«Vogliamo dire al nuovo governo che li terremo d’occhio, e che non permetteremo nessun passo indietro e nessun rallentamento nella sfida climatica», dice Agnese Casadei. Finché saremo in migliaia nelle piazze ci sarà speranza, e soprattutto il coraggio di alzare la voce e pretendere azioni concrete. Ci troverete come al solito nelle piazze, non ci spostiamo di un centimetro.