Lavoro sommerso. Città in piazza per chiedere garanzie sul progetto della gigafactory di batterie elettriche: «Non accetteremo ulteriori ritardi»
Il presidio dei sindacati in piazza a Termoli
«È inaccettabile che la situazione di assoluta incertezza che sta attraversando il settore dell’automotive ricada sulle spalle di migliaia di lavoratori. È chiaro che senza risposte, metteremo in campo le azioni necessarie per responsabilizzare Stellantis e governo, che continuano ad azzuffarsi sulla pelle dei cittadini».
In centinaia si sono ritrovati ieri pomeriggio in piazza Monumento a Termoli per un presidio organizzato dai sindacati in vista del tavolo fissato al ministero delle Imprese e del made in Italy per martedì 17 settembre. Mobilitazione, promossa da Fim Fiom, Uilm per focalizzare l’attenzione sulla mancanza di risposte riguardo alla realizzazione della gigafactory a Termoli, annunciata a ripetizione da Acc (joint venture tra Stellantis, Mercedes e TotalEnergies) ma sulla cui nascita è improvvisamente e inaspettatamente scesa una oscura cortina di dubbi.
ERA LA SOLUZIONE annunciata, e sembrava quasi fatta, per salvare i circa duemila dipendenti dell’ex stabilimento Fiat, nato nel 1972, nel nucleo industriale di Termoli e specializzato nella produzione di motori e trasmissioni. E che va avanti faticosamente.
Francesco Guida, Uilm Molise, descrive il clima di incertezza all’interno della fabbrica: «Stellantis si sta disgregando nei vari reparti, e questo è un momento molto delicato. Abbiamo tantissimi lavoratori a casa, in cassa integrazione. L’impasse si trascina da un pezzo e le prospettive non sono incoraggianti. Stellantis deve fare chiarezza, insieme alla politica, e fornire risposte concrete a un territorio che, anche sacrificandosi, ha sempre dato tanto all’azienda e che, oggi più che mai, ha bisogno di scelte precise per guardare al proprio futuro».
Dopo quella di Billy-Berclau Douvrin in Francia e la seconda in Germania, la gigafactory di Termoli avrebbe dovuto essere la terza in Europa, per la produzione di batterie per veicoli elettrici, pensando alla mobilità sostenibile. Ma il progetto è finito in stand by.
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Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm: «Chiederemo al tavolo, innanzitutto, certezze sull’investimento. Le chiederemo a Stellantis, alla quale chiederemo anche di garantire la produzione di motori sufficienti per agganciare la transizione». Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom e responsabile del settore mobilità: «Per Termoli abbiamo bisogno di risposte chiare. Vogliamo sapere quando ripartirà il progetto. Stellantis detiene il 45% del consorzio e deve garantire la prospettiva e, contestualmente, volumi di motori adeguati».
Dicono alcuni operai: «Sarebbe la svolta cruciale, non solo per l’economia locale. Questa è un’opportunità di rinascita per la regione, che vive una lunga fase di difficoltà economiche e occupazionali».
«BASTA INCONTRI INFRUTTUOSI – rimarcano in un documento congiunto i sindacati che hanno promosso il sit-in -. Con questa manifestazione abbiamo voluto rendere evidente che la gigafactory è essenziale per tutto il territorio e per l’intera popolazione. Chiediamo al Governo e a Stellantis di smetterla con le loro reciproche dannose diatribe poiché le conseguenze di questa lite colpiscono i lavoratori e l’industria del nostro paese. Acc tenga fede agli impegni. Per nessun motivo i fondi pubblici stanziati per Termoli devono essere distratti e dirottati altrove: il progetto industriale deve andare avanti».
Se la querelle non cesserà, è la promessa, «ci faremo sentire: sarà battaglia». E proseguono: «Le polemiche stanno solo aggravando una situazione già fortemente critica. Ci aspettiamo che ci si muova, ognuno per la sua parte, per la difesa e il rilancio dell’intero comparto».
Roberto Gravina, ex sindaco di Campobasso e ora consigliere regionale: «Troppe uscite improvvide da parte del ministro Adolfo Urso riguardo ai fondi Pnrr e, pensando al caso Termoli, al loro utilizzo. Non possiamo perdere un’occasione unica, senza alternative, per questa nostra realtà e per l’Italia intera. E’ vero che c’è stato un rallentamento verso la transizione, ma non si può fare retromarcia e rinunciare a un investimento del genere. Bisogna fare in modo che i finanziamenti annunciati rimangano qui, anche stendendo i ponti d’oro a Stellantis, se necessario»