«Fachas» Vox fa gli onori di casa alla due giorni dell’ultra destra. Orbán, la star, rilancia il «Mega» di Musk. Salvini accorre con Le Pen
Viktor Orbán, Santiago Abascal e Marie Le Pen alla convention di estrema destra a Madrid
In ottobre il canale tv spagnolo La Sexta aveva lanciato Fachas – letteralmente, fasci – una parodia della celebre sitcom statunitense Friends con i leader dell’ultradestra globale al posto dei protagonisti. Oggi a Madrid i fachas si riuniscono per davvero per una due giorni.
In una sala da 2.000 posti terranno il loro summit i Patrioti, la formazione della destra europea di Orbán, Le Pen e Salvini. Assieme rappresentano 15 partiti da 13 paesi, per un totale di 19 milioni di voti raccolti alle ultime europee.
Nelle sfumature di nero dell’estrema destra europea continentale si situano a metà strada: più a destra di Ecr, il gruppo europeo di Fratelli d’Italia; più moderati dell’Europa delle Nazioni Sovrane, i reietti capitanati dai tedeschi di Alternative For Deutschland, così estremi da risultare, almeno per ora, indigeribili anche per gli stomaci non certo delicati del sovranismo.
Il titolo dell’evento è Make Europe Great Again, adattamento del celebre slogan trumpiano che, nella sua forma europeizzata, è stato lanciato nella scorsa settimana da Elon Musk tramite una serie di post sul suo social X.
NON È LA PRIMA VOLTA che Patriots organizza un summit: a partire dalla fondazione i patrioti si sono già incontrati tre volte, l’ultima a Parigi in novembre. In quell’occasione Santiago Abascal – leader del partito spagnolo Vox, terzo nei sondaggi con il 15% – venne eletto presidente.
Il summit di Madrid è però il primo incontro pubblico, aperto ai sostenitori che si preannunciano essere numerosi, visto che la platea è andata subito sold-out.
L’ELENCO DELLE PRESENZE è lungo. Ci sarà l’olandese Geert Wilders, il cui Partito della Libertà è primo al parlamento dell’Aja. Ci sarà l’austriaco Herbert Kickl, che a breve potrebbe diventare il primo cancelliere di estrema destra del Paese.
Ci sarà Matteo Salvini: in origine la Lega ha avuto pessimi rapporti coi nazionalisti spagnoli di Vox per via dell’appoggio padano alla causa indipendentista catalana, ma l’ascia di guerra sembra essere seppellita.
L’entrata in Patriots ha segnato d’altronde l’allontanamento tra Abascal e Meloni, troppo moderata per gli ormai ex-alleati spagnoli. Ci dovrebbe essere anche il portoghese André Ventura, leader di Chega.
La sua partecipazione era stata messa in discussione per via di una serie di scandali che stanno colpendo il suo partito – da ultimo, un consigliere comunale indagato per aver fatto sesso a pagamento con un ragazzo minorenne – ma per ora pare confermata. Ci sarà anche Marine Le Pen, leader indiscussa dell’ultradestra francese e modello di una generazione di estremisti.
LA STAR, PERÒ, è senza dubbio il primo ministro ungherese Viktor Orbán. La sigla Mega (Make Europe Great Again) d’altronde, prima di essere usata da Musk era già stata lo slogan ufficiale della presidenza di turno del Consiglio Europeo a guida ungherese.
È Orbán l’unico tra i leader dei Patrioti a guidare un governo, è Orbán a vantare i rapporti migliori a est con Vladimir Putin e ad ovest con Donald Trump. Proprio affermarsi come i referenti europei del trumpismo è uno degli obiettivi del summit madrileno.
Ieri sera i leader «patrioti», già atterrati in Spagna, hanno cenato con i dirigenti di Heritage Foundation, il think-tank americano autore di Project 2025, un piano di governo semi-autoritario da molti indicato come programma non ufficiale della nuova presidenza Trump.
Un rapporto a due direzioni, nonostante lo squilibrio di potere tra Stati uniti ed Europa. Il Guardian in un articolo pubblicato ieri spiegava come, per molti analisti, sia Orbán l’esempio del nuovo inquilino della Casa Bianca.
I padroni di casa di Vox, dal canto loro, cercano di spostare l’equilibrio dei Patrioti verso la Spagna facendosi forti dei loro rapporti privilegiati con le destre latinoamericane. Abascal da giorni va sulle tv nazionali parlando di «motosega», un omaggio ai tagli allo stato sociale dell’argentino Javier Milei.
La sensazione per tutti è che il momentum dell’ultradestra sia qui per restare. E a Madrid una delle sue anime si prepara a cavalcare l’onda, pronta a governare in Spagna, in Olanda, in Austria, in Europa guardando alla Germania. Il tutto sperando nella benedizione del duo Donald Trump e Elon Musk.