Accedi Registrati

Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *

Le tensioni in Medio Oriente vanno oltre Gaza. Le due potenze regionali si scambiano colpi di artiglieria e bloccano le relazioni diplomatiche. Ecco perché

Immagine

L’Iran e il Pakistan hanno certamente alcuni interessi in comune e almeno un potente amico in comune – la Cina. Ma hanno anche molti motivi di rivalità

’Iran e il Pakistan si sono scambiati tiri di artiglieria e hanno sospeso le relazioni diplomatiche.

Dopo una breve escalation militare e verbale, è molto probabile che le due parti trovino il modo di allontanare il rischio di un confronto maggiore, che nessuno dei due può permettersi. 

  Immagine  

L’Iran accusa il Pakistan di ospitare “terroristi” baluci anti-iraniani sul proprio territorio, e il Pakistan accusa l’Iran di ospitare “terroristi” baluci anti-pakistani sul proprio territorio.

Il Balucistan è una regione sul mare Arabico, divisa tra tre paesi – Iran, Afghanistan e Pakistan – che aspira a diventare indipendente, e quindi ospita movimenti di guerriglia attivi in questo senso.

  File:Major ethnic groups of Pakistan in 1980 borders removed.jpg  

Come nel caso dei curdi, i vari gruppi indipendentisti sono sostenuti dai paesi limitrofi per metter in difficoltà i vicini; tipicamente, durante la guerra Iran-Iraq 1980-1988, i curdi iracheni erano sostenuti dall’Iran contro Baghdad e i curdi iraniani erano sostenuti dall’Iraq contro Teheran. Niente di nuovo sotto il sole.

Non è peraltro necessario che vi sia una guerra in corso: creare problemi ai vicini, soprattutto in condizioni “fluide” come quelle tra Pakistan e Iran, è un esercizio sempre utile, a cui nessuno rinuncia.

   

In particolare, non vi rinunciano Iran e Pakistan che, in materia di creazione, supporto e organizzazione di gruppi terroristi hanno ormai credenziali consolidate. 

Alla domanda “perché adesso?”, le risposte non possono che essere speculazioni, e forse lo resteranno.

L’ipotesi che l’Iran abbia mandato un “avvertimento” al Pakistan perché prenda le distanze dagli Stati Uniti è suggestiva, ma non molto sostanziata.

Non solo perché il Pakistan ha legami con la Cina forse più solidi che con gli Stati Uniti, ma anche perché a Teheran sanno che parlare di Pakistan non ha molto senso: tra governo, militari (che oggi sono quasi la stessa cosa), servizi segreti, potenti partiti di opposizione, famiglie feudali, interessi regionali e bande terroriste in libertà, è sempre molto difficile sapere chi comandi cosa in Pakistan.

   

Non dimentichiamo che il Pakistan ha creato i talebani per conquistare l’Afghanistan, ma poi ha dovuto combattere contro i talebani dopo l’11 settembre, salvo ospitare la dirigenza talebana e persino Osama bin Laden sul proprio territorio mentre combatteva ufficialmente contro di loro.

Conviene quindi abbandonare il terreno delle speculazioni e concentrarsi sulle cose certe.

Non così simili

La tesi secondo cui i rapporti tra Pakistan e Iran erano ottimi fino all’attacco del 17 gennaio è viziata dall’abitudine di voler sempre inscatolare le cose in categorie nette e ben definite: o amici o nemici, o bianco o nero.

L’Iran e il Pakistan hanno certamente alcuni interessi in comune e almeno un potente amico in comune – la Cina. Ma hanno anche molti motivi di rivalità. 

Intanto, non ha senso dire che la Repubblica islamica del Pakistan e la Repubblica islamica del Pakistan condividano fede e istituzioni.

L’Iran è a maggioranza sciita e il Pakistan a maggioranza sunnita; nessun sunnita ha mai avuto ruoli di responsabilità politica in Iran, e solo una manciata di sciiti l’hanno avuta in Pakistan, e sempre in posizioni minori (salvo il primo presidente Iskander Mirza, quando il presidente, però, aveva un ruolo politico quasi inesistente).

La loro interpretazione dell’islam e della sharia è diversa, anche perché guidata – come dappertutto – da esigenze politiche piuttosto che da comandamenti religiosi.

Ma le rivalità tra Iran e Pakistan hanno motivazioni più profonde, e riguardano la loro visione dell’Afghanistan e, soprattutto, i loro rapporti con l’India.

Per l’Iran, l’Afghanistan è una provincia orientale provvisoriamente separata (vi si parla in maggioranza la stessa lingua che si parla in maggioranza in Iran) e, per il Pakistan, che si ritiene l’erede legittimo dell’impero moghul musulmano, è una provincia occidentale provvisoriamente separata (Kabul faceva parte dell’impero moghul, anzi è stata la prima capitale della dinastia).

L’intellettuale pakistano Tariq Ali ha scritto che “the Taliban takeover in Kabul [1996] had been the Pakistan army’s only victory. Privately, the ruling elite – officers, bureaucrats and politicians – congratulated each other for having gained a new province. It almost made up for the 1971 defection of Bangladesh” [la conquista di Kabul da parte dei Talebani nel 1996 è stata l’unica vittoria dell’esercito del Pakistan. In privato, gli esponenti dell’élite al comando - militari, burocrati e politici - si congratulavano l’un l’altro per aver ottenuto una nuova provincia. Ha quasi compensato la perdita del Bangladesh nel 1971”, ndr].

Per questa ragione il regime dei talebani fu duramente osteggiato da Teheran, che partecipò anche alla guerra del 2001 per cacciarli dal potere.

Il rapporto con l’India è molto più delicato, soprattutto, è evidente, per il Pakistan. Non c’è dubbio che le relazioni tra New Delhi e Teheran siano migliori che quelle tra Islamabad e Teheran (e d’altronde le relazioni tra Islamabad e Pechino sono migliori che quelle tra Pechino e Teheran).

L’attivismo del Pakistan verso l’Afghanistan ha sempre avuto come obiettivo principale di evitare di essere preso in tenaglia da nemici.

Ogni avvicinamento dell’Iran all’Afghanistan è visto da Islamabad come una minaccia potenziale.

Oggi, la tensione tra i talebani che governano l’Afghanistan dal 2021 e il Pakistan non è mai stata così alta, dando persino luogo a degli scontri militari al confine.

Viceversa, i rapporti tra Teheran e Kabul non sono mai stati così buoni – in un contesto, va da sé, dove la bontà è un concetto estremamente relativo e fluido.

Ancora più concretamente: la Cina ha deciso di costruire il suo porto principale nell’oceano Indiano a Gwadar in Pakistan, punto d’arrivo di uno dei corridoi più importanti della Belt and Road initiative.

Al che l’India – rivale sistemico della Cina – ha risposto lanciando la costruzione di un grande porto a Chabahar, a 160 chilometri in linea d’aria da Gwadar, ma in Iran. Ovviamente, il progetto indiano non può competere con quello cinese, ma in futuro, chissà. Quel che invece si sa fin d’ora è che Gwadar e Chabahr si trovano, entrambi, in Balucistan.

Condividi