Abbiamo assistito impotenti e sgomenti al reinsediamento del governo Renzi senza Renzi.
Più prima Repubblica di così non si può.
Tutto lo staff dei ministri è stato reincaricato, anzi, qualcuno è stato promosso, con l'aggiunta di Lotti, factotum e braccio destro di Renzi, e con due ministeri in più per fare posto a tutti.
Vedi la Boschi che da tutte le televisioni ci ha detto che se non fosse passata la riforma costituzionale sarebbe andata a casa come Renzi, che da ministro delle riforme ha avuto una bocciatura di 60 a 40 e che adesso è segretario unico del presidente del Consiglio per controllare da vicino Paolo Gentiloni, il quale comunque ha già detto che ci sarà continuità con il governo Renzi, così che non faccia mosse sbagliate e tenga in caldo il posto a Renzi quando si sarà rifatto la verginità.
Vedi la Madia alla quale la Corte costituzionale ha bocciato la riforma del pubblico impiego.
Vedi Poletti ministro del Lavoro che sarà ricordato nella storia per i 170.000.000 di voucher con cui vengono pagati i giovani che cercano di arrangiarsi facendo i più svariati lavori con una media di 5 euro l'ora.
Vedi la Beatrice Lorenzin ministra della Sanità, madre del fertility day, che ha fatto più gaffe di un guitto da bagaglino, vedi il volantino con in alto i giovani belli e biondi che incarnavano l'esempio di vita sana e sotto altri giovani che si fanno le canne con tanto di treccine rasta e in mezzo un ragazzo di colore, come esempio da non imitare se vuoi essere fertile e fare tanti figli. Nessun cenno al fatto che le donne che non lavorano sono intorno al 60% e quelle che un lavoro ce l'hanno evitano di fare figli per non essere licenziate.
Vedi Angelino Alfano, ineguagliabile e incommensurabile ministro dell'interno, per contare gli errori clamorosi che ha fatto ci vorrebbe un libro che prima o poi qualcuno scriverà per ricordare a tutti quello che non bisogna tassativamente fare o non fare.
Questa è gente senza pudore, senza faccia, che non ha preso minimamente in considerazione la clamorosa bocciatura che il popolo italiano – sovrano, come dice la nostra Costituzione – gli ha inviato soltanto una settimana fa.
Tutto come se niente fosse accaduto.
Sono saldamente rimasti attaccati alle poltrone. In qualunque altro paese civile si sarebbero dimessi in massa, come è successo solo poco tempo fa in Gran Bretagna. In Italia il politico perde il pelo ma non il vizio. Rottamiamo chi ci ha preceduto, vedi Enrico Letta: “stai sereno” perchè così tocca a noi mungere la mucca.
Del resto la maggior parte di loro, a partire da Renzi, cosa potrebbe fare?
Non hanno mai imparato un lavoro, ricordate l'accorata lettera di Renzi di pochi giorni fa con cui ci racconta che ha perso il lavoro, lo stipendio e il vitalizio e quindi cosa mai gli resta da fare?
Io un suggerimento ce l'avrei: potrebbe andare a fare consegne in bicicletta come fanno centinaia di ragazzi italiani pagati a 5 euro a consegna e comunque devono stare a disposizione anche quando non ci sono consegne da fare e devono pagarsi di tasca la manutenzione della bicicletta. Tanto per parlare di jobs act.
Quando è arrivato a Palazzo Chigi l'hanno immortalato in bicicletta moderno paladino della sobrietà, solo 2 anni dopo si è comprato un aereo di rappresentanza per partecipare da par suo a tutti gli appuntamenti più o meno istituzionali in giro per l'Italia e per il mondo con tanto di codazzo deferente.
Nel suo discorso di dimissioni c'è stata una profusione di miele a favore delle telecamere : “Facciamo tutti i buoni, volemose bene, non pratichiamo vendette”. Come vi ho detto sono disoccupato. Immagino che si rivolgesse a Enrico Letta, a Massimo D’Alema, ai professoroni, ai gufi, alla Cgil, all'Anpi, all'Arci, ai vecchi conservatori che dicono sempre no e chi più ne ha più ne metta.
Non so dove tutto questo ci porterà. Siamo in cima ad un baratro e “questi” come un treno senza freni continuano la loro corsa imperterriti, senza aver fatto una benchè minima riflessione, incapaci di dire “abbiamo sbagliato, cerchiamo di imparare dagli errori”, perchè la parola umiltà non sta scritta nel loro DNA.
Rita Menichelli