18 Febbraio 2016
Il governo torna alla propaganda e io - da libero cittadino - rispondo.
L' Inps registra nel 2015, 606 mila “nuove posizioni di lavoro". Sono la somma di assunti a tempo determinato, a tempo indeterminato e apprendisti. Non si trascuri il fatto che la crescita di contratti a tempo indeterminato, si verifica con assunzioni a tempo parziale (orari e salari ridotti) e non per scelta del dipendente e che, la media retributiva è scesa del 2%. Il tipo di affido di lavoro che cresce a livello di Boom e quello che porta il nome di voucher (+66%) (scritto in inglese fa più figo) ma si tratta - come vedremo - solo di “buoni” da 10 Euro, con cui si comprano lavoratori, per un affido breve di lavoro. Si tenga conto (lo dice l' Inps) che alla fine del mese di dicembre sono state fatte 272.512 assunzioni, per evitare la scadenza dell' incentivo contributivo del 100%, per tutto il triennio a venire. Quindi, non per creare posti di lavoro ma per speculare su risorse pubbliche. Un' accelerazione che rischia di mandare in tilt la copertura finanziaria dell' intero triennio. (Dati Adapt: associazione di ricerca fondata da Marco Biagi).
C' è, infine, il dato più significativo da considerare. La ripresa economica è largamente insufficiente per garantire il mantenimento occupazionale dato, (non parlo di incremento) non è stabile.
Misuriamo la concretezza delle conseguenze della propaganda governativa sulle sue misure “miracolistiche” in materia di occupazione e lavoro.
La realtà. Quando un' azienda assume solo in virtù del fatto che, lo Stato, copre parte del “suo” naturale costo del lavoro, non si pone l'obiettivo di creare posti di lavoro stabili e svolto in condizioni rispettabili. Mira solo ed esclusivamente al guadagno immediato senza rischi e senza vincoli sociali di sorta. La cosa è confermata dal calo notevole di assunzioni o trasformazioni di contratti già nei primi mesi del 2016. Calo dovuto al fatto che, per il 2016, l' incentivo contributivo alle imprese, viene ridotto del 50%.
Chi difende le misure del governo come il Jobs act, smentisca con i fatti e non con storielle quanto ho scritto. Facciamo un ragionamento che consideri ogni aspetto del quadro presentato. Nonostante il J. act, o forse maggiormente proprio in virtù della sua esistenza, la consistenza dell' affido di lavoro tramite il voucher (si acquista al negozio come si prende un caffè al bar) destruttura il sistema impresa. Chi assume lavoro attraverso questa modalità, oltretutto incivile, perchè ingaggia lavoro umano come fosse un qualsiasi mezzo meccanico da noleggiare, non si preoccupa di creare una impresa con un progetto di continuità produttivo-sociale. Ha bisogno di avere un profitto senza vincoli sociali e lo ottiene con pochi rischi. Assume commesse per avere profitto e lo ottiene senza obblighi di altra natura. Crea anche un contrasto devastante per un sistema di competizione legittima tra le imprese, stimolando quelle sane a ricorrere a sistemi illegittimi per sostenere la concorrenza.
Le conseguenze della propaganda del governo? E' presto detto. Si stimola l' impresa a ricorrere allo stratagemma di un mercato del lavoro sempre più precario e incivile. La “buona impresa” non è più quella che ci mette del suo e rischia per un guadagno legittimo dovutogli e che rispetta la persona. NO! Si invita il sistema imprese ad essere sempre meno soggetto sociale utile al Paese e sempre più orientata a sfruttare il lavoro umano. Certo, queste conseguenze oggettive non si misurano in percentuale. C' è un dato di cui, il governo dovrebbe considerare compito primario di una Stato serio e mettere tra i programmi di rilancio dell' occupazione. Il dato crescente di introduzione di tecnologie sempre più sofisticate che sostituiscono la mano d' opera umana. A questo dovrebbe pensare il governo: convocare le parti sociali e iniziare ad imbastire tavoli efficienti per la ridistribuzione e riduzione degli orari di lavoro.
Post.
Stamane ho letto un Facebook di Renzi sull'argomento. Ci sarebbe da ridere, se fosse di Crozza. Ma è del presidente del consiglio. Quindi.............
E con questo, mi autocandido a “Gufo”.
Germano Zanzi