“L’Italia è flagellata da un tasso di evasione fiscale che tocca i 90 miliardi, ma è finito il tempo dei furbi!”, ha tuonato Renzi dalla Scuola della Guardia di Finanza. Pochi giorni prima al G20 aveva parlato di 160 miliardi, Istat e Agenzia delle Entrate stimano che in realtà i miliardi oscillino fra i 275 e i 300. L’incidenza sul Pil è passata dall’8% di trent’anni fa al 18%.
Rispetto ai 12,5-13 degli ultimi tre anni, la Legge di stabilità prevede un maggiore introito per somme recuperate pari a 3,8 miliardi. E’ questo l’impegno che il governo intende assumere di fronte al Paese e ai contribuenti onesti. Poco, verrebbe da dire, ma che sia la volta buona?
Se stiamo alle dichiarazioni non c’è da illudersi. “Basta con lo Stato controllore”, ha aggiunto Renzi. Chiarendo che la prima misura da prendere è l’abolizione degli gli scontrini. Di sanzioni a carico di chi evade neppure l’ombra. Come intenda incassare quei 3,8 miliardi - cifra ridicola rispetto all’entità dell’evasione - resta un mistero.