DANNI - Elemosina da 6 mila€ e ordinanze Figliuolo: sale il malcontento dei comitati, che ora pensano a manifestazioni pubbliche di dissenso
Fortissimi malumori avevano cominciato a serpeggiare alla fine di aprile, qualche giorno dopo che il Commissario straordinario alla ricostruzione post alluvione in Romagna, il generale Francesco Paolo Figliuolo, aveva emanato l’ordinanza numero 23. Un provvedimento che avrebbe dovuto semplificare le due precedenti ordinanze – la numero 11 per gli indennizzi alle imprese e la numero […]
Commenta (0 Commenti)IMMIGRAZIONE. Le tragedie davanti Lampedusa e alle coste calabresi. Tra le vittime anche 26 bambini
Quasi 70 migranti dispersi tra i quali almeno 26 minori, undici corpi già recuperati e per dieci di questi i soccorritori sono dovuti intervenire con un’ascia nella stiva della nave di legno nella quale sono morti soffocati. E’ l’ultimo bilancio di due naufragi avvenuti tra domenica e la scorsa notte nel Mediterraneo, uno al largo delle coste della Calabria e l’altro davanti l’isola di Lampedusa.
Numeri che fanno salire a più di 800 le vittime dall’inizio dell’anno tra coloro che cercano di raggiungere l’Europa e a quasi 30 mila (più di 29.800) i dispersi nel Mediterraneo negli ultimi dieci anni. «Ogni naufragio rappresenta un fallimento collettivo, un segno tangibile dell’incapacità degli Stati di proteggere le persone più vulnerabili», denunciano l’Agenzia Onu per i Rifugiati (Unhcr), l’Organizzazione internazionale per i migranti (Oim) e l’Unicef che definiscono inaccettabile la continua strage di uomini, donne e bambini.
Dal primo gennaio a oggi si contano ormai cinque morti al giorno nel Mediterraneo centrale, che si conferma così come una delle rotte più pericolose al mondo. L’incidente avvenuto al largo della Calabria ha riguardato un’imbarcazione con a bordo 76 persone originarie di Iran, Siria e Iraq partita otto giorni fa dalla Turchia e sarebbe stato causato dall’incendio del motore che ha provocato l’affondamento dello scafo a 120 miglia dalle coste italiane, al limite tra le acque Sar di Italia e Grecia. A dare l’allarme sono stati alcuni diportisti francesi che hanno avvertito la Guardia costiera italiana dopo aver recuperato 12 persone. Sul posto sono arrivati un aereo e due motovedette, una delle quali ha preso a bordo i superstiti e li ha portati a Roccella Ionica. Una donna è morta durante le operazioni. «Questa mattina eravamo al porto e abbiamo supportato le attività di prima assistenza per i sopravvissuti» ha raccontato Shakilla Mohammadi, mediatrice interculturale di Medici Senza Frontiere a Roccella Jonica. «La scena era straziante, davanti a noi persone traumatizzate, il dolore si toccava con mano. Vedere annegare un parente o un amico è sempre orribile. Ho parlato con un ragazzo che ha perso la sua fidanzata – ha proseguito – i superstiti hanno parlato di 66 persone disperse, tra cui almeno 26 bambini, anche di pochi mesi. Intere famiglie dell’Afghanistan sarebbero morte. Sono partiti dalla Turchia 8 giorni fa e da 3 o 4 giorni imbarcavano acqua. Ci hanno detto che viaggiavano senza salvagente e che alcune imbarcazioni non si sono fermate per aiutarli». Le ricerche in zona sono proseguite per tutta a giornata di ieri con assetti della Guardia costiera e di Frontex, mentre la procura di Locri sta coordinando l’attività investigativa.
Il secondo episodio ha riguardato un barchino di legno 8 metri partito dalla Libia e trovatosi in difficoltà in acque Sar maltesi dopo essersi allagato. La Nadir della ong ResQship è intervenuta in soccorso, ma 10 persone sono soffocate nel piano inferiore stipato. Per liberare due dei naufraghi, rimasti privi di sensi, i soccorritori hanno demolito parte del ponte a colpi di ascia. Alla fine in 54 sono stati recuperati dalla Nadir e portati poi a Lampedusa dalla Guardia costiera. I corpi sono rimasti sul barchino che la nave umanitaria ha trainato sull’isola Pelagia in tarda serata. I migranti – originari di Bangladesh, Pakistan, Egitto e Siria – hanno pagato circa 3.500 dollari per mettersi in viaggio.
Insieme a Unhcr, Oim e Unicef, anche Save the Children ha rinnovato ieri «l’invito alle istituzioni italiane ed europee ad un’assunzione di responsabilità affinché mettano al primo posto la vita delle persone in ogni decisione sulle politiche migratorie». Il presidente della Croce Rossa italiana, Rosario Valastro si è invece detto «attonito davanti a quanto accaduto». Per il Centro Astalli, infine, «serve un sussulto di umanità. Queste tragedie avvengono davanti ai nostri occhi. Eppure nulla si muove».
Critiche arrivano poi dall’opposizione. Per il senatore di Avs Peppe De Cristofaro «le disumane politiche del governo italiano e dell’Ue continuano ad uccidere. Dalla destra un approccio securitario al fenomeno migratorio ma l’immigrazione non è un’emergenza, è un fenomeno che va gestito»
Commenta (0 Commenti)AMBIENTE. I Paesi membri dovranno presentare piani nazionali. Entusiasti gli ambientalisti, no invece dalle organizzazioni degli agricoltori: «È un attacco al settore»
Il Consiglio Ue ha dato il via libera alla legge sul Ripristino della natura. Venti i Paesi che hanno votato a favore, sei quelli contrari e cioè Italia, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Finlandia e Svezia. Si è astenuto il Belgio. La legge arriva mentre sono iniziati i negoziati per la Commissione che poi verranno formalizzati nel Consiglio europeo del 27 e 28 e si deve insediare il nuovo Parlamento europeo. Una fretta che può leggersi come la volontà di mettere in sicurezza la norma che prevede il ripristino di almeno il 30% degli habitat europei minacciati entro il 2030, di almeno il 60% entro il 2040 e di almeno il 90% entro il 2050.
Le opere previste dal regolamento riguarderanno zone umide, fiumi, coste, mare, praterie, boschi, ambienti agricoli, verde urbano, con un programma di ripristino della natura europea tanto imponente quanto necessario. L’obiettivo del nuovo Regolamento Nature Restoration Law, per cui è stato decisivo il voto della ministra verde austriaca in contrasto con il suo governo, è infatti quello di mitigare il cambiamento climatico e gli effetti dei disastri naturali. Tra gli ambiti di intervento ci sono anche l’abbondanza e la diversità degli insetti impollinatori selvatici, i cui numeri in Europa sono diminuiti drasticamente.
Gli Stati membri dovranno mettere in atto anche misure per migliorare la popolazione di farfalle delle praterie, lo stock di carbonio organico delle terre coltivate e la quota di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche ad elevata diversità: un attacco alle monocolture che abusano di pesticidi ed erbicidi di sintesi. Altre misure chiave della legge sono l’aumento della popolazione di uccelli forestali e la garanzia che non vi sia alcuna perdita netta negli spazi verdi urbani e nella copertura delle chiome degli alberi fino alla fine del 2030, difficile da attuare almeno nel nostro Paese in assenza di una legge che contrasti il consumo di suolo. È previsto anche di trasformare almeno 25mila chilometri di corsi d’acqua in fiumi a corso libero entro il 2030, rimuovendo le barriere artificiali alla connettività delle acque superficiali.
Adesso tocca ai Paesi membri presentare alla Commissione Piani nazionali di ripristino, anche se l’Italia è fortemente contraria: «Il via libera conferma che a Bruxelles vogliono ignorare il segnale che gli elettori hanno dato nelle urne. Mentre i cittadini dicono basta all’ambientalismo ideologico, il Consiglio Ue va avanti con il Green Deal, grazie alla complicità di una ministra austriaca dei Verdi, che si fa beffe del suo stesso governo guidato da un esponente del Partito Popolare» ha detto il vice-presidente del Senato ed ex ministro dell’Agricoltura Centinaio (Lega). Di tutt’altro avviso Legambiente, Wwf e Lipu («È un evento senza precedenti per l’opera di conservazione della biodiversità europea» ha detto il presidente Alessandro Polinori), mentre le associazioni agricole agitano lo spauracchio dell’attacco al settore.
Ieri, intanto, il Consiglio ha deciso di concludere l’accordo delle Nazioni Unite sulla biodiversità al di là delle giurisdizioni nazionali (Bbnj), noto anche come «Trattato sulla biodiversità in alto mare». L’Ue adesso è pronta a depositare lo strumento di ratifica, impegno che Bruxelles dovrebbe concludere prima della Conferenza Onu sugli oceani, in programma nel giugno del 2025. Il Trattato entrerà in vigore non appena sarà stata ratificato da 60 Paesi. Attualmente, solo 7 lo hanno ratificato, 89 firmato. Il documento prevede una governance condivisa sul 95% del volume degli oceani. Obiettivo: creare aree marine protette in alto mare, proteggendo gli oceani dalle pressioni antropiche
Commenta (0 Commenti)L’accordo europeo per il bis di von der Leyen e i “top jobs” esclude Meloni. Ma lei spinge per entrare. Punta a rinviare le decisioni a dopo le elezioni in Francia. E mette sul piatto i suoi voti, segreti, per la Commissione
VENGO ANCH'IO. Cena tardiva per le nomine. Ppe, Pse e liberali su von der Leyen, Costa, Metsola e Kallas. Ma non sfideranno i franchi tiratori. Il tentativo dei vincitori nelle urne di dividere in due il mandato alla guida del Consiglio
Gadget elettorali per Ursula von der Leyen, esposte durante il vertice del Ppe a Bruxelles - foto Ansa
C’è chi pensa subito che tutto andrà liscio perché i nomi in fondo sono sul tavolo e senza alternative, chi sperava nella partita della Francia alle 21 per chiudere senza fare notte la partita delle nomine per i ruoli di vertice. Chi invece ha molto da perdere, quindi anche molto da guadagnare, e sa che questo è il suo momento. Giorgia Meloni, innanzitutto, capo di governo del più grande dei paesi Ue guidato da nazionalisti e sovranisti.
Arriva nella capitale europea all’ora di pranzo, mentre il vertice informale dei leader dei Ventisette è programmato per cena e inizia una girandola di incontri, in un hotel a due passi dalla Grand Place, centro turistico di Bruxelles. Il posto si chiama Amigo, proprio come l’amico Viktor Orban, legame mai rinnegato. Ma la presidente del Consiglio italiana incontra anche l’ex premier polacco Mateusz Morawiecki, che fa parte della stessa famiglia politica dei conservatori e riformisti europei (Ecr). Da lui arriva la conferma di una trattativa con i lepenisti, e quindi con tutte le forze di destra nazionalista e populista – Orban compreso – per formare un gruppo comune al Parlamento europeo.
Perché sarà nell’aula di Strasburgo, probabilmente il 17 o il 18 luglio, che colui (o quasi certamente colei) che avrà ricevuto l’incarico dal Consiglio europeo dei prossimi 27 e 28 giugno a Bruxelles, dovrà poi essere eletto. A maggioranza assoluta, ovvero superando quota 361 deputati, schivando le insidie dello scrutinio segreto, che porta con sé una quota di franchi tiratori tale da non far stare troppo tranquilla la maggioranza Ppe-socialisti-liberale a quota 400. E sarà proprio lì che si peserà la forza della destra europea, vincitrice della tornata elettorale del 9 giugno a partire dalle Francia, ma non essenziale alla maggioranza parlamentare europea.
LO FA NOTARE il premier polacco Donald Tusk nel corso del pre-vertice Ppe, parlando in realtà di Meloni, la più quotata per un appoggio esterno per la riconferma di Von der Leyen. «Penso non sia il mio ruolo cercare di convincere Meloni», afferma. «Se capisco bene ora abbiamo una
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Nella foto: Un vigile del fuoco cerca di proteggersi dalla cenere e dal fumo di un incendio in California @Ap Oggi un Lunedì Rosso dedicato all’orgoglio. Quello lgbtq+, in inglese "pride", in Italia compie trent’anni, celebrati da una oceanica e festosa manifestazione tra le strade della capitale. Orgoglio è anche quello antifascista, base della repubblica italiana, che necessita di tornare al centro della politica e della cultura popolare, secondo quanto riferisce al manifesto la neo eletta parlamentare europea Ilaria Salis, che concede per la prima volta un’intervista. La parola orgoglio però contiene un rovescio che parla di esclusione e confini, è infatti un grande tormentone delle destre estreme, le stesse che alle scorse elezioni europee hanno guadagnato terreno in molti paesi ma soprattutto nelle due colonne portanti dell’Ue, Francia e Germania. Per iscriverti gratuitamente a tutte le newsletter del manifesto vai sul tuo profilo e gestisci le iscrizioni. |
FLUSSI ELETTORALI. Vincitori e vinti. Analisi dei dati comune per comune: voti alle europee 2024 in confronto ai voti alle politiche 2022. E il Sud è il mattatore
Trend Pd per comune Europee 2024 su Politiche 2022 - immagine di Ruggero Marino Lazzaroni
Le elezioni di domenica 9 giugno raccontano sicuramente una storia di vincitori e di perdenti. Vince Fratelli d’Italia, che si conferma primo partito, ma è una buona tornata elettorale anche per il PD, che cresce nei consensi, e AVS, che sfonda con quasi il 7% dei consensi.
E’ sicuramente una brutta notte per l’area dell’ex terzo polo, che spaccata in due non supera il quorum del 4%, e per il M5S, che ottiene uno dei risultati peggiori della propria storia, non arrivando neanche alla barriera psicologica del 10%.
Rispetto alle politiche del 2022, il partito che ha guadagnato più consensi è sicuramente il Partito Democratico a guida Schlein, che guadagna quasi 5 punti percentuali.
Sia AVS che FDI guadagnano circa 3 punti, ma, mentre per FDI non rappresenta proporzionalmente una grande crescita, per AVS significa quasi raddoppiare i propri consensi.
Lega e Forza Italia si portano a casa risultati comparabili a quelli del 2022, tuttavia la necrocrazia di Tajani riesce nel sorpasso ai dispetti della compagine di Salvini (e gli ruba pure il voto dell’ex leader storico, Umberto Bossi), grazie probabilmente alla campagna elettorale condotta nella memoria del cavaliere e all’accorpamento con Noi Moderati (nel 2022 correvano separatamente).
Ma questi trend nazionali come si sono manifestati? Abbiamo realizzato delle visualizzazioni per analizzare meglio dove e quanto ciascun partito abbia guadagnato, o perso, consensi dal 2022 a domenica scorsa.
Decaro trascina il PD in Puglia
Complice anche il record di Decaro, il sindaco di Bari uscente che ha raccolto quasi 500mila preferenze, il guadagno percentuale del PD sembra trainato in primis dal risultato pugliese: le quattro province in cui la percentuale di voti del PD è cresciuta maggiormente sono Bari, BAT, Brindisi e Taranto.
Molise, nuova roccaforte della Lega
Se la Lega di Salvini non sfonda più al nord, almeno può consolarsi con un bel risultato in una delle regioni del meridione: il Molise è la regione dove la Lega guadagna più dal 2022 (11 punti percentuali).
Mentre in provincia di Campobasso aumenta dell’8%, è in provincia di Isernia che fa il “botto”: una crescita del 17%. Metà dei comuni, a livello nazionale, dove la Lega ha aumentato di più la propria percentuale sono proprio in questa provincia: primo fra tutti il comune di Pozzilli, in cui domenica scorsa il partito guidato da Matteo Salvini ha raggiunto il secondo più alto risultato di tutta la penisola, il 58.8% (contro l’8% del 2022).
Questi risultati potrebbero dipendere dalla campagna elettorale di Patriciello, eurodeputato leghista originario di quella zona che è in testa alla classifica delle preferenze della Lega nella circoscrizione meridionale. O almeno lo è se non si conta Vannacci.
Forza Sicilia
La crescita del bacino elettorale di Forza Italia, invece, ha una collocazione geografica ancora più chiara: le cinque province dove ha guadagnato di più sono province siciliane, come Agrigento, dove la lista ha più che raddoppiato i propri consensi passando dal 15% al 40%, ma anche Palermo, Siracusa, Catania e Enna.
Sembra invece aver perso terreno in Basilicata, in Puglia e in Calabria, ma solo in provincia di Vibo Valentia, dove risulta sotto di 13 punti rispetto al 2022.
Mappa per province
Mappa per comuni
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