Diritti. Il leghista Crippa contro gli alleati: «Appoggiano i programmi dei comunisti». Guerra sui vecchi video di Berlusconi, gelo di Fdi. Magi: «Meglio puntare sul referendum»
Matteo Salvini e Antonio Tajani - Ansa
Video di Berlusconi a favore dello ius scholae pubblicati dai forzisti contro i video dello stesso Cavaliere contro la riforma della cittadinanza postati dai leghisti. Valanghe di comunicati dei due partiti presunti alleati l’un contro l’altro armati.
SE DI MEZZO NON CI FOSSE un tema molto serio, la cittadinanza per i minori figli di immigrati, ci si potrebbe divertire osservando questa rissa estiva nel centrodestra. Con gli uomini di Tajani pronti a scovare negli archivi frammenti di buon senso del programma del centrodestra 2022 come l’impegno a «favorire l’inclusione sociale e lavorativa degli immigrati regolari. Quanto al defunto Berlusconi, dicono i suoi eredi, «lui era favorevole a concedere la cittadinanza ai figli di stranieri nati in Italia che avessero completato la scuola dell’obbligo». E arriva il video postato su X con il “vero” Cavaliere.
UN CRESCENDO di polemiche con la Lega che spinge il vicesegretario Andrea Crippa, ombra di Salvini, a chiedersi: «Gli elettori hanno votato Tajani e i suoi per governare con il centrodestra unito o per portare avanti i programmi del Pd e dei comunisti?». Più prudente il capogruppo di Fdi Tommaso Foti, che dà voce alle inquietudini di Meloni sull’impazzimento estivo degli azzurri: «È legittimo che un partito possa sottolineare una proposta che non è nel programma elettorale della maggioranza, né di FdI, né della Lega e nemmeno di FI, ma davvero è così urgente questa riforma?».
DOMANDA LECITA, a cui la premier ancora non ha trovato risposte. Il ministro cognato Francesco Lollobrigida entra nella partita a suo modo: «Durante l’Impero romano non si diventava cittadini romani d’emblée, ma per amore, per quello che rappresentava Roma all’epoca», la premessa per dire che le regole attuali vanno più che bene. E aggiunge: «Anche chi non crede deve sapere che il cristianesimo è alla base di quello che noi siamo». Anche il moderato governatore Zaia segue la linea leghista: «Noi siamo per lo ius sanguiinis: se sei discendente di cittadini italiani, sei italiano. Perché la cittadinanza va meritata, non è un pezzo di carta che non vale niente». «Non penso che lo ius scholae serva ad integrare», gli fa eco il collega Massimiliano Fedriga.
MENTRE LA LEGA con Massimiliano Romeo evoca il rischio di «minare seriamente la stabilità del governo», da Forza Italia si sbracciano a rassicurare che nessuno, tra loro, medita di sgambettare Meloni. «Non c’è e non ci sarà alcuna instabilità. L’esecutivo è solidissimo e gode di ottima salute», assicura il portavoce di Fi Raffaele Nevi, ricordando però che il suo partito «esprimerà le sue idee e si confronterà con gli alleati e nelle aule parlamentari. Nessuno si senta offeso. E soprattutto nessuno offenda a sproposito». La minisrtra dell’università di Fi Anna Meria Bernini rincara: «Noi abbiamo tanto ascoltato e quindi adesso siamo felici di poter essere ascoltati su un tema che per noi è sempre stato cruciale».
LE OPPOSIZIONI NON STANNO a guardare. Il ruolo dell’incursore se lo prende Stefano Bonaccini:«Ho molto apprezzato le parole di Tajani», dice dal Meeting di Rimini. «Se Fi vorrà fare sul serio, come spero, ci può essere una maggioranza persino parlamentare, trasversale che sul tema dello ius scholae può trovare una ragione per trovarsi d’accordo. Se quelle parole sono un’apertura vera, ci si mette a sedere e noi del Pd siamo pronti a discutere immediatamente». Guai però se qualcuno volesse fare dei «tatticismi sulla pelle di bambini e bambine, che nascono qui e non possono mai sentirsi italiani».
Prudente Riccardo Magi di + Europa: «Non credo che Forza Italia sia pronta a votare insieme alle opposizioni una vera riforma della cittadinanza. C’è solo un modo per cambiare le cose ed è il referendum su cui stiamo lavorando». «Chiederemo la calendarizzazione della mia proposta di legge», dice Vittoria Baldino dei 5S. «Se l’apertura di Fi non è balneare o opportunistica, i numeri per approvarla ci sono»