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Europa/Italia. Il monito del governatore sul debito: spendiamo più in interessi che in istruzione

Panetta striglia il governo: servono migranti in regola

 

Il governatore della Banca d’Italia striglia il governo sui temi dell’europeismo e della riduzione del debito. Ospite del Meeting di Rimini, il governatore ha ricordato che «l’Italia è l’unico Paese dell’area dell’euro in cui la spesa pubblica per interessi sul debito è pressoché equivalente a quella per l’istruzione». E per rendere sostenibili pensioni e sanità serve anche l’immigrazione regolare.
Panetta entra dunque nel merito della prossima manovra, partendo dal vincolo numero uno: il debito che sfiora i 3000 miliardi di euro.

La strada maestra passa per una «gestione prudente dei conti pubblici» col «graduale conseguimento di avanzi primari adeguati». Ma anche «da un deciso incremento della produttività e della crescita», usando bene i 194 miliardi di aiuti del Pnrr. Il debito italiano è «ovviamente sostenibile» ma ci costringe a spendere soldi «in modo subottimale». Sottraendo risorse all’educazione, in particolare scuola e università, e così «gravando sul futuro delle giovani generazioni, limitando le loro opportunità».

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Il governatore ricorda a chi governa i danni dei nazionalismi e i vantaggi della moneta unica: «Con l’euro non abbiamo perso sovranità, l’abbiamo guadagnata». Oltre alla moneta, ora serve anche «una capacità fiscale comune», dunque i governi dovrebbero già ora avviare «una riflessione sui prossimi passi» dopo la fine del Pnrr nel 2026. «Un banco di prova per la nuova legislatura europea sarà la capacità di confermare il ricorso a progetti di spesa comuni e di avanzare verso un’unione più completa sul piano sia finanziario sia fiscale», ha detto.

Cita poi il tema delle pensioni e avverte che il calo demografico in tutta Europa «rischia di avere effetti negativi» sulla tenuta dei sistemi pensionistici e sanitari, sugli investimenti e sulla sostenibilità del debito. Occorre aumentare l’occupazione di giovani e donne, ma «anche misure che favoriscano un afflusso di lavoratori stranieri regolari costituiscono una risposta razionale sul piano economico». «Riflessioni condivisibili che cadranno nel vuoto perché questo governo è euroscettico, corporativo e contrario a una gestione pragmatica dell’immigrazione», commenta il dem Misiani.

Per la manovra, che oscillerà tra i 23 e i 25 miliardi, il governo intende confermare le aliquote Irpef del 2024 e il taglio del cuneo fiscale. «Bisogna essere prudenti, dobbiamo guardare alla tenuta dei conti», ha detto ieri sempre al Meeting detto la ministra del Lavoro Calderone. Salvini, pure lui a Rimini, ha promesso ancora una volta di mettere mano alla legge Fornero e l’apertura «entro fine anno» dei cantieri del Ponte sullo Stretto. E ai balneari ha assicurato «prelazione per gli uscenti e indennizzi sui lavori svolti» negli stabilimenti. Promesse difficili da mantenere