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SINISTRA. All’assemblea nazionale il segretario indica gli obiettivi: consolidare la crescita per «andare al governo». Parla anche Ilaria Salis

Nicola Fratoianni Nicola Fratoianni - Lapresse

Sinistra italiana convoca la prima assemblea nazionale del partito dopo il voto europeo. È l’occasione per fare il bilancio sul balzo elettorale, sugli attacchi che arrivano da destra e sulla costruzione della coalizione contro la destra.

NELLA RELAZIONE introduttiva, Nicola Fratoianni chiede che la si smetta di parlare di formule e definizioni, di veti e alchimie, per passare al merito delle questioni. «Basta discutere del perimetro – dice il segretario – Mettiamo al centro la costruzione dell’alternativa nel vivo delle battaglia politica. Il fronte a difesa della Costituzione è la precondizione. E poi ci sono le prossime campagne elettorali Emilia Romagna, Umbria e, speriamo, Liguria per completare il ciclo e confermare il risultato».

Quanto agli attacchi mirati a Ilaria Salis e al partito, Fratoianni respinge ogni illazione: «In questi giorni la destra si è messa con impegno e qualche dose di creatività ad attaccarci. Non prendiamo lezioni di etica da questa destra, che non sa pronunciare la parola antifascista. O di legalità da un partito che deve restituire 49 milioni di euro, né dal governo di Santanché e di Sgarbi».

Su Salis, presente ai lavori, Fratoianni precisa: «Non accettiamo lezioni sulla casa da un governo che come primo atto ha svuotato il fondo affitti, che ha inventato nuovi reati o aumentato le pene per i ragazzi che organizzano rave, per gli operai che difendono il posto di lavoro, per gli attivisti di Ultima generazione».

DA QUI, la prospettiva di costruire una forza di governo. «Ci candidiamo a governare questo paese – scandisce Fratoianni -Vogliamo farlo per restituire centralità alla sanità pubblica universale, alla scuola e all’università, agli stipendi da alzare, per fare del diritto alla casa un diritto esigibile, perché chi nasce in Italia sia italiano e tutti abbiano pari diritti. Non vogliamo un paese che spende 20 miliardi per una commessa di carri armati».

Nicola Fratoianni

Mi rivolgo alle reti civiche e alle strutture collettive che ci sono state in questa campagna elettorale: costruiamo una Sinistra italiana più forte

Per farlo, tuttavia, bisogna crescere. E per crescere ancora bisogna consolidare il patrimonio di voti delle europee, dargli una corrispondenza nella struttura di Si. Fratoianni però invita i suoi a scongiurare ogni «torsione organizzativa»: «Non ci chiudiamo mesi e mesi in un dibattito ombelicale sulle regole», dice. «Dobbiamo parlare al paese, ai giovani che ci hanno votato per trovare un principio di speranza – sostiene ancora – Abbiamo detto basta alle eterne discussioni sull’unità, la ricostruzione, la costituente della sinistra. Di queste cose non frega niente a nessuno. Vogliamo essere una sinistra nuova».

Da qui deriva la postura da assumere: quella della massima apertura alle effervescenze sociali: « Siamo uno spazio aperto – argomenta Fratoianni – Chiediamo alle reti civiche, ai candidati, alle strutture collettive che hanno animato la campagna elettorale, agli attivisti e le attiviste: venite a costruire con noi questo percorso, venite a costruire una sinistra più forte. E chiedo ai gruppi dirigenti di organizzare questa apertura, di mettere l’orecchio a terra, di non stare sulla difensiva: non abbiamo da difenderci da nulla».

POI È IL TURNO di Salis, la cui vicenda viene considerata emblematica anche in questa chiave di apertura all’esterno. Lei sale sul pulpito con qualche circospezione, poi saluta la platea. «Compagne e compagni, è un piacere essere qui, libera – dice tra gli applausi – Abbiamo dimostrato che la solidarietà nel segno dell’antifascismo e dei diritti non è un ideale astratto ma una forza concreta, può fare la differenza e incidere sulla realtà. Il voto nei miei confronti era espressione di una volontà di cambiamento dello stato di cose ma anche del modo di intendere la politica. E io voglio essere sempre in sintonia con questa energia collettiva».

Poi si sofferma sulla campagna d’odio nei suoi confronti, cui si è unita anche Giorgia Meloni. «Attaccando me la presidente del consiglio attacca una certa visione del mondo, attraverso semplificazioni e bugie la destra istiga all’odio. Lo ribadisco: i movimenti di lotta per la casa non rubano niente a nessuno, al contrario sono un fattore di resistenza e alternativa al racket oltre che alla politica dell’abbandono e della speculazione edilizia. Voglio impegnarmi su questi temi, spero potremo farlo insieme». E infine: «Per anni siamo stati messi all’angolo dall’egemonia del realismo capitalista, ma sento che qualcosa sta per cambiare»