L'iniziativa dell'Anci. La protesta dei sindaci: «Il governo deve intervenire, a rischio anche i progetti del Pnrr». Intervista ad Antonio Decaro e Leoluca Orlando
Sono stati circa 3mila i comuni che ieri sera hanno spento per mezzora o un’ora i propri monumenti, da Trieste a Torino e poi Milano, Firenze, Roma, Napoli e Palermo. Iniziativa simbolica dell’Anci contro il caro bollette. «Siamo un po’ in difficoltà – spiega Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente Anci -. Il costo dell’energia per le amministrazioni oscilla intorno al miliardo e 800 milioni. Un rincaro stimato del 30% (circa 550 milioni) non ci permetterebbe di chiudere i bilanci e potremmo essere costretti a tagliare servizi essenziali. Poi c’è la pandemia: due anni fa lo Stato ci ha ristorato con 7 miliardi, 4 miliardi lo scorso anno, quest’anno ancora nulla. E aumenteranno di circa 600 milioni i costi per il rinnovo del contratto dei dipendenti. Senza un intervento del governo dovremo tagliare servizi come il trasporto, la raccolta rifiuti, il welfare o la pubblica illuminazione».
L’aumento dei costi energetici rischia di bloccare il Pnrr: «Abbiamo la possibilità di fare assunzioni extra budget per gestire i progetti ma ci ritroviamo con i bilanci in sofferenza – prosegue Decaro -. Per reggere gli impegni abbiamo bisogno del personale, possiamo assumere in deroga ai vincoli del 2009 con le risorse del comune. Ma se non ho i soldi in bilancio perché aumentano le spese non posso reclutare i professionisti che servono. Così si ferma il Pnrr. La capacità fiscale del 2019 non l’abbiamo ancora recuperata nonostante la riapertura delle attività, poi sono capitati i rinnovi dei contratti e l’incremento dell’energia. Noi capiamo i problemi del governo ma il governo deve capire i nostri».
Il fuori onda tra il sindaco di Milano Sala e il presidente della regione Lombardia Fontana sulle risorse del Pnrr («è tutto Sud, Sud, Sud, bisognerebbe farsi più furbi») ripropone la solita spaccatura nel paese: «Con Sala discutiamo spesso di investimenti – conclude Decaro -. C’è un gap da recuperare. Se avessimo utilizzato gli stessi criteri che l’Ue ha usato per assegnare le risorse al nostro paese probabilmente al Sud sarebbe arrivato il 65, 67% delle risorse. È arrivato il 40% anche perché ci sono fondi aggiuntivi per le regioni dell’Obiettivo convergenza. C’è l’opportunità per i comuni di investire e tocca ai sindaci, indipendentemente dalla posizione geografica, dalla dimensione demografica e dall’orientamento politico, impiegare bene le risorse».
Leoluca Orlando è sindaco di Palermo e presidente Anci Sicilia, ieri ha spento per 30 minuti i Quattro Canti nel cuore della città storica: «Serve a mandare questo messaggio: è l’immagine di quello che saranno i nostri centri se non saremo messi in condizione di pagare l’energia elettrica. Ci troviamo difronte a un mercato fuori controllo che sta dando un importante contributo all’inflazione. L’aumento dei costi energetici è un danno anche alle produzioni che esportiamo».
Il caro bollette pesa due volte nei bilanci comunali, spiega Orlando: «Ci sono i costi dell’illuminazione pubblica, dei locali comunali, delle scuole, degli impianti sportivi. E poi ci sono i costi delle partecipate: aziende che operano per conto del comune, come il trasporto pubblico che per definizione è in perdita. Palermo poi si trova in una condizione particolare: abbiamo un’esposizione debitoria molto modesta ma abbiamo una difficoltà di riscossione dei crediti. E in base alla normativa vigente dobbiamo accantonare i crediti di dubbia esigibilità. Fino a ottobre il recupero crediti era gestito dall’azienda delle regione Riscossione Sicilia: su 170 milioni da riscuotere ne ha incassati 6, la differenza l’abbiamo dovuta accantonare».
Al governo Orlando chiede un intervento di sostegno per famiglie, imprenditori e comuni. Peri comuni un allentamento del patto di stabilità e dell’obbligo di accantonamento dei crediti di dubbia esigibilità: «Nel 2021 solo un terzo dei comuni siciliani ha approvato il bilancio di previsione, molti sono già in dissesto o predissesto. C’è una crisi di sistema che riguarda le amministrazioni. Con le bollette piove sul bagnato». E sul fuori onda di Sala e Fontana: «Le espressioni scorrette non meritano attenzione».